Questione di momenti, di occasioni, di fortuna. Quante volte capita di dire “Se avesse giocato”, “se avesse segnato”. È il calcio, nel bene e nel male. Alcuni parlano di casualità, altri di fortuna, altri ancora di destino. Il destino che a volte sorride a volte no. Altre volte è addirittura beffardo. E lo è specialmente se oggi ti chiami Nikita Contini, ragazzone italo—ucraino di 1,90, uno dei migliori portieri del campionato Primavera. Ad un passo da un sogno, quello della convocazione in prima squadra. E non per una gara qualsiasi, ma bensì per la “madre di tutte le partite”, la sfida che ogni napoletano, calciatore e non, ha almeno una volta sognato di vivere da vicino: la partita con la Juve.
Si perché era tutto pronto. Rafael out per problemi alla schiena. I soli Reina e Colombo a disposizione tra i pali. E Benitez, tecnico che non si fa problemi a convocare anche i giovani, subito pensa a Contini. Il ragazzo è messo in preallarme, non parte con i compagni della Primavera per la trasferta di Palermo. È tutto pronto, attende solo quella chiamata e quel volo assieme a Higuain e compagni. Ma niente, resta a Napoli. Rafael recupera, Contini è beffato. Il sogno di partire con la prima squadra si spezza poco prima che si realizzi. Destino, sfortuna, caso. Chiamatelo come volete, ma per il ragazzone nato a Kiev un pomeriggio che sa di beffa. Una convocazione rimandata, di certo non di molto. Le qualità ci sono, l’occasione, che sia destino, caso o fortuna, verrà. È solo questione di tempo.
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