VERONA (ass) – Via di slancio, finalmente ben registrati anche in difesa. Bella novità, in questo 2014 cui si è consegnato il Napoli. Con gli anticorpi necessari per mettere insieme già due partite consecutive senza incassare gol. Il nuovo anno è foriero di buone indicazioni per Rafa Benitez. Rimasto con questo grattacapo, cercando di dare credibilità agli azzurri. Domata la Sampdoria, adesso il Verona. L’esame più difficile, il Napoli lo supera indenne anche sotto il profilo difensivo. Contro quel Verona che in casa aveva mancato l’appuntamento con la rete soltanto una volta. Avanti tutta: ai gialloblù solo le briciole, e partenopei con un sorriso largo così.
ERRORI ALLE SPALLE – Riepilogando: dopo otto partite di seguito con la porta bucata, potrebbe aprirsi un’altra striscia stavolta positiva. Dal 27 ottobre, 2-0 al Torino, agli avversari si è sempre concesso qualcosa fino alla sosta di Natale. In trasferta, soltanto una volta prima di questo roboante tris al Bentegodi il Napoli era rimasto senza gol al passivo. Si trattava di un altro 2-0, quello rifilato al Genoa a Marassi. Ora può iniziare una storia fatta di solidità difensiva. Federico Fernandez accetta la sfida, lui che è tornato protagonista al centro della retroguardia. Pensare che all’argentino, Verona faceva tornare alla mente ricordi da cancellare. L’esordio dal primo minuto con la casacca dei partenopei, per intenderci. Due anni e mezzo sono passati, da quella scelta inopinata con cui Mazzarri se la giocò puntando su una batteria di uomini ancora da assemblare. Fernandez era uno di questi, il 21 settembre 2011. Decisivo negativamente, con l’involontario appoggio a Moscardelli che determinò la vittoria del Chievo. Ma passare attraverso il frullatore che è il nostro campionato rientra nell’ordine naturale delle cose. Ora il sudamericano ha preso le misure come si deve. Ed anche il banco di prova complicato con un certo Luca Toni lo vede in grande spolvero.
BRILLANTI – Fernandez torreggia, il Verona alla fine tira appena due volte nello specchio di Rafael. E anche nei disimpegni ci sono le statistiche a sorreggere la sua partita: il 69% di rendita nei passaggi durante l’arco dei novanta minuti. Dunque il duello stravinto con Toni, si diceva. All’ariete gialloblù è concesso poco o niente, soprattutto in area. «L’abbiamo vinta anche lì – ammette il difensore del Napoli – sapevamo quali contromisure prendere con Toni. Era fondamentale non permettergli di trovare spazio, marcarlo da vicino. E’ stato un duello corretto». Non una partenza soft, quella del Bentegodi. L’anticamera del 3-0 è una ventina di minuti in cui i campani devono reggere l’urto. «Vero, abbiamo avuto qualche problema. Soprattutto perché loro uscivano spesso a pressarci, e nell’impostare eravamo un po’ soffocati. Ma siamo stati in grado di andare oltre. Giocando il calcio che sappiamo, in modo da esaltare le nostre qualità davanti. E già nel primo tempo avremmo potuto chiudere la partita. Ma siamo abbastanza rodati per gestire situazioni di vantaggio, come abbiamo dimostrato prima di prendere il largo»».
«GUARDIAMO AVANTI» – Per dire, adesso arriva l’Atalanta in Coppa Italia. Tra l’incrocio infrasettimanale e la seconda trasferta consecutiva in campionato, domenica contro il Bologna di Ballardini, ai partenopei non si possono chiedere che progressi. «Possiamo dimostrare ancora di più – prosegue Fernandez – si può sempre migliorare. Sento la fiducia del mister, devo continuare su questi livelli per tutto il campionato»». Fiducia ritrovata, quindi, ma nel caso di Fernadez non è solo il rendimento sul campo ad essere chiamato in causa. Incognite anche di carattere personale, probabilmente, dopo che alla vigilia di Natale ha ricevuto la spiacevole visita dei ladri in casa sua. Un episodio che lo ha scosso, al rientro dalla trasferta di Cagliari. Brutta avventura. Ma secondo le ricostruzioni, dietro ci sarebbero dei gruppi ultras della squadra partenopea: il che rischiava di accentuare la convivenza difficile tra Fernandez e Napoli.
Fonte: Corriere dello Sport
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