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Il 2011 del Napoli è stato quello della definitiva consacrazione

Si è passati dal passaggio agli ottavi in Champions alla goleada contro il Genoa

L’anno di Mazzarri, questo che s’è appena concluso con il botto dei sei gol al Genoa. Un 2011 che in verità, com’è antica e dolente tradizione azzurra, non s’era aperto granché bene a San Siro, dove il giorno dell’Epifania il Napoli aveva trovato “tre” carboni ardenti nella calza preparatagli dall’Inter. Un episodio. Una sconfitta che poi s’è perduta nell’azzurro di un fantastico percorso. Un anno governato con piglio da protagonista proprio dall’allenatore azzurro. Un 2011 di pane e pallone com’è nello stile di Mazzarri, il quale alla fine ha visto riconosciuto e premiato il suo lavoro. Nella motivazione del “Timone d’Oro” assegnatogli dall’Associazione Allenatori il senso, la sintesi della sua stagione straordinaria: «Per aver riportato il Napoli in Champions League dopo 21 anni» , hanno scritto i suoi colleghi. Ed è così: è quella la medaglia che più luccica sul petto di Mazzarri, mai arrivato tanto in alto nella sua carriera.

SUCCESSI- Ma sei mesi dopo c’è di più. Archiviata quella stagione, infatti, il Napoli e il suo allenatore ne hanno cominciata un’altra anch’essa eccezionale. Una campagna d’Europa che ha portato il Napoli tra i migliori sedici club del continente. E non è affatto detto che non possa andare anche più avanti. Premiata, insomma, la scelta “internazionale” del club e dell’allenatore, anche se a soffrirne, almeno sino ad oggi, è stato il campionato. La prima metà di questo campionato, non certo l’ultima parte di quello della stagione scorsa che fu invece una fantastica cavalcata verso il terzo posto. E c’è di tutto in questo 2011 dell’allenatore azzurro: dagli ultimi spiccioli di una Europa League (eliminazione col Villarreal) che al Napoli non è mia piaciuta perché porta visibilità ridotta e scarsi incassi, L’allenatore ha restituito alla città la gioia della Championsalla qualificazione in Champions; dal terzo posto in campionato agli ottavi del più ricco e prestigioso torneo che c’è in Europa. In mezzo: successi importanti e solenni encomi, fantastiche rincorse e partite da mettere in cornice. Come un tre a zero alla Juve con tripletta di Cavani o come i successi sulle milanesi, con tre gol al Milan e altrettanti all’Inter, sino alla vendetta e all’affondamento del “Sottomarino giallo” e alla decisiva vittoria contro il Manchester City dello sceicco e del “principe” Mancini. Tutte tappe di un 2011 da mettere tra i buoni ricordi.

ENTUSIASMO- E c’è dell’altro. Ci sono le emozioni che Mazzarri ha saputo trasmettere alla gente. Il gioco; l’organizzazione del gioco che ha saputo dare alla sua squadra. Ci sono soprattutto quella determinazione, quella voglia di correre e lottare sino all’ultimo secondo che hanno fatto del Napoli la più europea delle squadre italiane. «Darò un’anima al Napoli» , promise Mazzarri. E gliel’ha data. E ora che l’ha ritrovata – questo ha detto l’ultima partita del 2011 – è pronto a rinnovare la sfida al campionato. Ma l’anno di Mazzarri è stato d’oro anche per lo scintillìo che ha restituito a giocatori che, per età o per opache prestazioni sembravano destinati ad essere comparse, se non ex azzurri addirittura. Lungo l’elenco dei nomi e anche dei ringraziamenti dovuti all’allenatore. Non c’è forse anche la mano di Mazzarri dietro l’anno santo di Salvatore Aronica? E se Campagnaro sta per essere convocato nella Seleccion non è anche perché il Napoli e Mazzarri gli hanno “organizzato” la vetrina giusta? E che dire di Cavani che s’è riscoperto Matador proprio con quest’allenatore che gli ha disegnato addosso un nuovo ruolo? E la disciplina tattica di Gargano non è forse una novità firmata da Mazzarri, così come la specializzazione a sinistra di Zuniga? E Pandev, l’ultimo arrivato, non s’è rigenerato anche grazie a lui? Meriti che sono frutto del lavoro quotidiano e che, assieme ai risultati, hanno incrementato anche il valore del parco giocatori. Sì, c’è anche questo in un 2011 che ha portato in casa azzurra prosperità di successi e anche di danari.
Ovvio, ci sono stati anche momenti amari, strappi e strappetti in questi dodici mesi. Come l’incertezza dell’estate scorsa sulla permanenza o meno di Mazzarri sulla panchina azzurra. Poi presidente e allenatore trovarono il punto d’equilibrio e vinse la ragione. Così è andato avanti l’incantesimo Mazzarri. Così, sospeso tra il bello della Champions e il grigio del campionato il Napoli è arrivato a fine anno. Ora è in vacanza, ma prima d’andar via ha preso con Mazzarri un nuovo impegno: l’anno che verrà dovrà essere migliore di quello che per il calcio è già finito.

Fonte: Corriere dello Sport

La Redazione

A.S.

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