A Napoli il Movimento neoborbonico ha fondato un gruppo su Facebook dall’eloquente titolo «Anch’io ho fischiato!». Il gruppo è arrivato a quasi 8.000 sostenitori (anche se molti sono semplicemente invitati inconsapevoli). Moltissime le rivendicazioni del gesto dell’Olimpico di taglio extracalcistico. Tantissime le giustificazioni addotte alle sonore contestazioni durante l’esecuzione vocale di Arisa: da «Napoli è stata maltrattata per 150 anni», a «non cantiamo l’inno di una nazione costruita sul sangue del Sud». L’Ufficio legale del movimento neoborbonico ha inviato al giudice sportivo il materiale documentale in cui si prova che durante le partite contro Inter, Milan, Juventus, Bologna, Parma, Roma, Lazio, Siena, Bergamo e Chievo del campionato appena terminato, sui rispettivi stadi, è stato infranto l’articolo 10 del Codice di Giustizia Sportivo (responsabilità delle società «per cori, grida e ogni altra manifestazione comunque espressione di violenza o di discriminazione razziale o territoriale»). Le relative multe le società coinvolte — ha spiegato il presidente De Crescenzo — devolveranno l’eventuale assegnazione dei fondi a vantaggio di enti napoletani di utilità sociale o assistenziale. Ma inquieta molto apprendere che la protesta contro l’inno potrebbe non restare un gesto isolato. Infatti, alcuni componenti del gruppo hanno postato l’invito a ritrovarsi il 2 giugno in piazza del Plebiscito per fischiare anche lì in occasione della parata per la Festa della Repubblica. Il rischio che si crei emulazione è altissimo, non resta che sperare nel buon senso”.
Fonte: Corriere del mezzogiorno
La Redazione
P.S.
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