Il doppio evento era troppo intrigante per lasciarselo sfilare dai denti, che già un po’ lo masticavano pregustandolo: il ritorno degli scugnizzi di oggi e di ieri del pallone d’Italia. Lo scugnizzo di oggi è nero e si chiama Balotelli, quello di ieri è bianco e si chiama Maradona, tutti e due sulla strada di “casa”. Balo già arrivato dopo la firma col Milan, Diego che sembrava riabilitato dal fisco, libero di tornare in Italia e soprattutto a Napoli, dove De Magistris s’era già sbilanciato con l’improvvido – e scaramanticamente poco “napoletano” – invito a festeggiare lo scudetto a fine stagione.
Quante similitudini, affascinanti e spinose: la strada di casa che si diceva era quella conosciuta, percorsa mille volte e, nonostante la conoscenza delle sue insidie, in quei fossi tutti e due hanno inciampato e sono caduti fino a farsi male. Non è assolutamente facile la convivenza del genio della pedata con le trappole che trovi disseminate qui e là; proprio perché più sei geniale sul prato più hai bisogno di struttura forte e tante cose fondamentali: coscienza civile, cultura, preparazione, capacità di tenere la testa fuori dalle acque (sporche) che l’affliggono e l’inquinano. Occorre proprio tanta forza. Non è questione di latitudine, di Milano, Napoli, Nord o Sud. Diego ne aveva anche più di Balo e nonostante questo ci è finito dentro a testa in giù facendosi male, tanto da aver salvato la ghirba a stento. Balo è stato finora sul ciglio.
Dicevamo della voglia di accostare Re Bianco e Re Nero. E chiediamo scusa a Diego per il solo fatto di averlo messo sullo stesso binario di Balo. Non si fa, manco a dirlo, un discorso di tecnica, di capacità calcistica – per carità… – ma piuttosto della naturale predisposizione a sbagliare strada. Al “talento” per ficcarsi nei guai. Ci viene in mente per esempio, l’antica e celebre contaminazione di Maradona con la camorra (ricordate l’amicizia di Diego col boss Carmine Giuliano, le foto nella vasca da bagno di casa sua a Forcella?) e la perlomeno simile esperienza di Balotelli celebrato e tentato a Scampìa. Non sono coincidenze, assolutamente. Perché la malavita conosce bene i suoi polli, intuisce le prospettive e quindi li tenta: basta che quei pollastri (metafora non casuale) vacillino anche solo un istante e zac, la trappola scatta.
Ci accingevamo al discorso dei “figliol prodighi” di ieri e di oggi quand’ecco pioverci sul capo la smentita e la presa di posizione polemica del fisco italiano che smentiva, minacciando querele, la notizia, il via libera al ritorno in Italia di Maradona. Discorso evidentemente ancora da fare, speriamo solo da perfezionare. Ma ormai i due reprobi, il potenziale e muscolare Re Nero e il piccolo, geniale, eterno (per Napoli mai ex) Re bianco sono in pole position affiancati, la pista è la stessa, siamo curiosi di vedere se e fin dove correranno insieme. Attenzione soprattutto alle contaminazioni pericolose e ai rischi: se si perde il controllo e si vola fuori strada ci si fa male. Ma tanto.
Fonte: Il Roma
La Redazione
M.V.
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