Focus sulla Bundesliga e sulla partita di venerdì scorso tra Eintracht Francoforte e Borussia Dortmund al Deutsche Bank Park, vinta dai padroni di casa 2-0
La straordinarietà del calcio tedesco, al di là delle squadre forti e capaci di grandi imprese, è l’atmosfera negli stadi. Non è solo un discorso di impianti moderni, quelli ci sono in parecchie zone d’Europa. Stadi nuovi, con ogni tipo di confort per i tifosi, anche nei settori più caldi, dove invece basterebbe solo un piano per restare i piedi e qualche pinta. Sono, invece, i tifosi e il loro modo di vivere la partita durante i 90′ che fa la differenza. Troppo spesso si loda l’atmosfera degli stadi della Premier League, a differenza di una Bundesliga bistrattata, ma decisamente migliore. IamNaples.it ha raccontato con entusiasmo il pareggio tra Eintracht Francoforte e Augsburg dello scorso 7 dicembre, stavolta ha avuto l’opportunità di vivere un’altra serata, ancor più magica.
Già, perché quella tra Eintracht Francoforte e Borussia Dortmund dello scorso venerdì, terminata 2-0 per la squadra di Dino Toppmoller, ha offerto tanti spunti interessanti. Non solo dal punto di vista del campo, ma anche per ciò che succede ogni volta in uno stadio tedesco. I tifosi sono molto pigri. Attenzione, questo non vuol dire che non hanno voglia di fare, anzi. Ma si muovono soltanto quando è il momento di farlo. Se devono prendere l’autobus o il treno, si presentano alla fermata un minuto prima. Si alzano dal posto dello stesso autobus soltanto quando sono arrivati a destinazione. Non hanno ansie. E quindi entrano allo stadio solo qualche minuto prima del match, quasi tutti, non solo le Curve.
Dunque, capita di vedere settori quasi del tutto vuoti prima dell’inizio della partita. Questo succede perché i tifosi tedeschi preferiscono stare nel chill, fuori allo stadio a bere tutti insieme, a cantare, e perché no quando la temperatura alcolica raggiunge il suo massimo, dormire per terra, urlare parole senza senso – almeno per uno che non capisce il tedesco – o litigare. Ci sta, fa parte del pacchetto. Poi arriva il momento della partita e lì non ce n’è per nessuno. Alla Deutsch Bank Park, che il Napoli conosce molto bene avendo giocato e vinto con Spalletti in Champions 0-2 nella stagione 2022/23, i tifosi cantano dall’inizio alla fine. E contro il Borussia Dortmund è stata come una sfida nella sfida.
Mentre sul campo i ragazzi di Toppmoller nel primo tempo facevano ciò che volevano, rischiando solo in qualche occasione quando quelli di Sahin riuscivano a sfruttare la profondità, sugli spalti le cose sono state un po’ più equilibrate. Il settore ospiti si trova a sinistra della tribuna stampa, la Curva degli ultras dell’Eintracht, invece, si trova a destra. A un certo punto, quindi, le orecchie di chi si trova nel mezzo sono tartassate da canti incessanti che generano commozione per chi è amante del calcio. I tifosi del Borussia Dortmund sono uniti, massicci, non c’è un posto vuoto nel settore ospiti. Si sentono, eccome se si sentono. E lo spiegare le bandiere è una sfida lanciata ai padroni di casa che non si tirano indietro.
Se sugli spalti le cose sono state bellissime per entrambe le tifoserie, il campo invece è meno romantico. C’è l’Eintracht che gioca bene a calcio e il Dortmund sempre più in crisi. Ekitike ha sbloccato al 18′ la partita dopo una bella azione e un ottimo assist di Kristensen – ex Roma -, in un primo tempo molto vivace. Un palo per parte, quello del Borussia Dortmund con Guirassy, che passa molto più tempo a terra o a litigare con l’arbitro che a giocare a calcio, e quello dell’Eintracht con Knauff, preso a quattro soldi proprio dal BVB e capace di un’altra bellissima prestazione. Classe 2002, un destro che gioca sull’esterno destro con grande spirito di sacrificio e velocità, ma capace anche di giocare dall’altro lato rientrando sul piede forte, ed è proprio così che ha colpito un palo che Kobel poteva solo pregare uscisse.
La ripresa è stata decisamente diversa, con l’Eintracht dietro ad aspettare un Dortmund senza idee e qualità in mezzo al campo, che ha affidato le sue speranze a qualche individualità, manco molto qualitativa. Nemmeno l’ingresso di Adeyemi ha portato chissà cosa, con Theate che gli ha subito fatto capire come stavano le cose dopo un paio di accelerazioni iniziali. Col passare dei minuti, si è spento anche lui. Deve ancora crescere a livello mentale, trovare un allenatore che possa fargli fare quello switch è necessario per non restare in un limbo. Il 2-0 al 90′ di Oscar Hojlund – fratello di Rasmus, centravanti del Manchester United – in contropiede è stata una naturale conseguenza che ha punito la mancanza di idee della squadra di Sahin. Al fischio finale, spazio anche per il pianto di Marmoush che lascerà l’Eintracht per andare al Manchester City. Saluti allo stadio che lo ha reso grande che gli ha riservato tanti applausi. Fischi, invece, per i giocatori del Borussia Dortmund quando sono andati a salutare i tifosi.
In sostanza, le tifoserie di Eintracht Francoforte e Borussia Dortmund sono forse le più accese della Germania e le più belle da vedere. Anche la parte del ritorno è un’esperienza, con gente un po’ alticcia ovunque che canta fin quando non torna a casa, o magari sviene prima sui treni per la troppa stanchezza. Poco importa se ci sono -6° e col passare dei tempo si assume la forma di un ghiacciolo: per quello una soluzione si trova, per la malattia del calcio, invece, decisamente no.
Dal nostro inviato a Francoforte, Nico Bastone
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