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I tifosi da Chiaia ai Quartieri «Un altro Maradona non c’è»

La folla: «Chi non salta juventino è». E lui dal balcone dell’hotel dirige il coro

La febbre del numero dieci ha colpito Napoli nel bel mezzo della mattinata. La notizia dell’arrivo di Diego Armando Maradona si è diffusa sul web, ha invaso la rete per viaggiare veloce nei vicoletti di Chiaia, di Toledo, dei Quartieri Spagnoli, abbracciando tutta la city. Gli scugnizzi, i piccoli tifosi e anche un’ampia frangia di nostalgici si è riversata in strada verso le quattro del pomeriggio direzione lungomare. Trecento tifosi forse qualcosa in più per poter vedere da vicino l’idolo immortale, colui che ha regalato le gioie più grandi al tifo napoletano.
La frenesia ha colto tutti senza differenze di età, di ceto sociale: un ragazzino mano nella mano con sua madre non riesce a crederci, piange dall’emozione. «Non lo ha mai visto, ma ne ha sempre sentito parlare dal padre – dice la madre del piccolo Genny, Lina Cardone – Siamo rimasti senza parole e ovviamente non ci credevamo quando abbiamo sentito la notizia al tg. Poi una nostra vicina ci ha avvisato e siamo corsi in strada anche noi». «Maradona è in città» grida Ciro, un signore sulla cinquantina da un balcone di via Toledo, come fosse un’annunciazione messianica. A quel punto la voce rimbalza impazzita da un balcone all’altro, nei negozi, nei bar, nei salotti de barbieri. Addirittura c’è chi abbassa la saracinesca, sale sul suo motorino e corre veloce verso il Royal Continental.
«Facciamo presto» grida ad un suo amico in dialetto npoletano. Per le strade del centro ci sono onde di ragazzini con sciarpa del Napoli al collo, altri con l’immancabile t-shirt «Chi ama non dimentica». La città impazzisce ancora per quel campione mai dimenticato. Cori, striscioni c’è tutto per la festa: «Diego, Diego» gridano i tifosi impazziti accorsi sotto l’albergo. Un ragazzino che avrà a malapena quindici anni grida con tutto se stesso. Le strade di Napoli tornano per un giorno a tingersi d’azzurro, come una poesia senza fine, struggente le lacrime di un anziano signore che è seduto sul muretto del Lungomare: «Ricordo quando venticinque anni fa girammo la città tutta la notte perché Maradona ci aveva regalato il nostro primo scudetto. Dopo le gioie non sono finite più, almeno fino a quando è rimasto con noi. Adesso rivederlo per un attimo è stata una cosa meravigliosa. Non dimenticherò mai nulla di Diego. Un grande, non ci sarà mai nessuno forte come lui». Francesco Anniciello, non è l’unico a ricordare Maradona, con le lacrime agli occhi. Pasquale Miranda, un tabaccaio della zona di Montesanto, arriva con il figlio in piazza Plebiscito, affannato per raggiungere il Pibe de Oro e prendersi un saluto, fosse anche dal balcone della sua suite. «Mio figlio si chiama Diego in suo onore e adesso voglio rivederlo ancora una volta». Napoli non ha mai smesso di amarlo e non lo farà mai. Per strada ci sono generazioni che lo hanno visto solo in cassetta, ma che si danno da fare per arrivare in tempo, per poterlo toccare, per un autografo, per una foto. C’è chi lo immortala con l’ iPad, chi con i cellulari di ultima generazione. La folla impazzisce quando alle 17 e 30 Maradona si affaccia al balcone per salutare la sua Napoli: «Chi non salta Juventino è» intonano tutti e Diego dall’alto quasi a dirigere la sua orchestra. Fino a piazza dei Martiri, ci sono gruppetti che imboccano verso via Chiatamone, e diventa anche inutile chiedere dove siano diretti. «Ma tu hai capito? Abbiamo visto Maradona» si dicono due amici di ritorno dal Royal. Mentre un papà, che sembra più emozionato di suo figlio, stringendolo al petto e dice: «Questo non era un giocatore di pallone, lui è il calcio fatto persona. Non nascerà mai più un numero 10 così». Intanto si fa sera, ma per le strade di Napoli rimane la magia di un momento, che gli amici si raccontano al bar, davanti ad un caffè. La partita del Napoli contro l’Udinese, alle 19, passa in secondo piano. «Quando lo vediamo più…» incalzano alcuni tifosi mentre ricordano le sue giocate e le sue gesta memorabili, viste, per molti di loro, soltanto in tv. Per alcuni «è il giorno più bello della vita» per altri «un’emozione incredibile». Le voci intanto tremano, mentre una decina di ragazzini gridano senza sosta a piazza Trieste e Trento: «Un Maradona, c’ è solo un Maradona».

Fonte: Il Mattino

La Redazione

M.V.

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