Massimo Corcione scrive sulle pagine del “Il Mattino”:
“Nel calcio siamo alla teoria delle relazioni pericolose. L’ha elaborata l’amministratore delegato della Juventus, Giuseppe Marotta, nome che evoca un capolavoro della narrativa su Napoli e sui napoletani. Un suo avo, lo scrittore Giuseppe Marotta, scrisse «L’oro di Napoli», diventato anche un film (in bianco e nero) con Totò pazziariello la Loren indimenticabile pizzaiola. Lui, varesino per nascita e juventino per contratto di lavoro, ha ipotizzato una relazione pericolosa tra Marco Guida, appunto, e il Napoli: troppo pochi venti chilometri di distanza tra Torre Annunziata, città nativa dell’arbitro, e il capoluogo sede storica della squadra che quest’anno (soprattutto dopo la vittoria a Parma) dovrebbe contendere lo scudetto alla Juventus. Non avrebbero garantito una serenità di giudizio nell’arbitrare Juventus-Genoa. Il sospetto insinuato è – se possibile – ancora più insidioso delle proteste plateali di Conte e dei giocatori juventini dopo la mancata concessione di un calcio di rigore alla Juventus nell’ultima azione della partita. Primo, perché è offensivo dubitare dell’indipendenza intellettuale di chi per professione ha scelto di fare l’arbitro; secondo, perché le generalizzazioni, nel calcio come nelle restanti attività della vita, sono odiose. Circola su facebook una vecchia intervista di Marco, rilasciata a Napolissimo. Alla domanda per quale squadra tifasse, Guida risponde cos: «Sono un grande appassionato di calcio ed anche io tengo alle sorti di una squadra, che purtroppo però attraversa un momento proprio difficile come il Savoia. La situazione della squadra riflette purtroppo la situazione sociale ed economica di una città con grandi problemi. Chissà se in breve tempo questo situazione potrà cambiare. Lo spero per tutti. Ovviamente poi tengo anche molto alle sorti del Napoli». Non occorre essere esegeti per percepire l’amore per il Savoia e la forte partecipazione emotiva alle sorti della squadra e della sua città. Non bisogna essere dei profondi studiosi di sociologia per conoscere il rapporto che lega i torresi al Savoia, i cittadini di Castellammare (Mirante del Parma e Quagliarella, tanto per fare due esempi) alla Juve Stabia o quelli di Nocera alla Nocerina. Così va da queste parti: il Napoli è un’altra cosa rispetto alla squadra di casa, che resta il primo grande amore calcistico. Comunque far scaturire un condizionamento da una simile risposta è una conseguenza esasperante, soprattutto mortifica la professionalità di un ragazzo che sta puntando tutto sull’arbitraggio, conquistando consensi unanimi in questa sua velocissima carriera.Il giudizio tecnico sulla sua prova di sabato sera a Torino la daranno gli organi preposti a valutarlo, quello disciplinare sulle reazioni tocca al giudice sportivo. Conte, il giorno dopo gli insulti in campo, non ha parlato alla squadra di Guida, ma degli errori commessi dai suoi durante la partita, un’analisi tattica. Non è tornato su quella frase («Non me la sono sentita di fischiare») che Guida giura di non aver mai pronunciato. Magari (è una speranza) avrà anche rivisto la durezza della sua uscita rivolta a un professionista, non a un dilettante della domenica. Avrà rivisto anche Marotta la sua teoria sulle relazioni pericolose e i cattivi pensieri che ne sono scaturiti? Difficile una retromarcia immediata, ma il 4 febbraio arbitri, capitani e dirigenti della serie A si incontreranno. L’occasione ideale per bonificare il campionato dai veleni. Sarebbero finalmente relazioni prodigiose, a tre settimane di Napoli-Juventus. Possibile? La risposta affidiamola a un’altra opera di Giuseppe Marotta, quello napoletano al 100 per 100: San Gennaro non dice mai no. “
Fonte: Il Mattino
La Redazione
P.S.
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