Scampia è pronta ad abbracciare Diego Armando Maradona. L’atto di fede del campione argentino ci mette un attimo a rimbalzare in tutto il quartiere. Dalle scuole alle palestre di arti marziali, ai bar, ai campi di calcio. Tutti commentano il possibile ritorno a casa di Diego. L’Arci Scampia è uno dei centri per eccellenza del territorio. Antonio Piccolo ne è il presidente. Scuola calcio, visite ai musei, quadrangolari per la legalità e finanche un torneo tutto al femminile disputato l’8 marzo scorso: «Maradona a Scampia? Cosa più bella non ci potrebbe essere – sostiene Piccolo – è un idolo per tutti, le vecchie come le nuove generazioni. I più piccoli lo conoscono attraverso il racconto dei padri, mentre i grandi ne hanno visto le gesta sul campo». Ferrara, Cannavaro, grandi campioni sono passati sui campetti dell’associazione. Maradona sarebbe il top. «Certo – continua – ipotizzare una giornata con lui sarebbe complicato ma noi possiamo farlo. Lo accoglieremmo come un amico, colui il quale deve raccontare la sua storia ai nostri ragazzi. Un uomo vero che è caduto ed è tornato a nascere. Saperlo lontano è un dolore per tutti noi». I bambini giocano dando calci al pallone, le mamme osservano, parlando, neanche a dirlo, del ritorno di Maradona. «Sarebbe una bellissima festa – dice Maria Cuomo – se venisse a Scampia tutte le mamme del quartiere cucinerebbero per lui». «È un esempio per i giovani perché la sua vita è fatta di cadute e ritorno in vita – aggiunge Maria Rosaria Todisco –. E poi non ha detto che vuole venire solo a Napoli, ha parlato proprio di Scampia, di noi». Perché proprio a Scampia? «È un nome – aggiunge una terza mamma – che spaventa solo le persone chiuse, quelle che scelgono di non vivere».
Cento metri in linea d’aria ed ecco la palestra per eccellenza del quartiere a Nord di Napoli: la Star Judo che ha regalato titoli olimpici al rione, alla città, all’Italia intera. Maradona è il campione ideale per Giovanni Maddaloni, l’uomo che cade e si rialza, l’esempio di chi sbaglia e poi recupera. Tra una chiacchierata e l’altra al maestro arriva una telefonata: «C’è una persona uscita dal carcere, la può aiutare?» dice la voce al telefono. «E che dubbio c’è?», la risposta di Maddaloni. La sua battaglia per la legalità continua ogni giorno. Oggi all’Istituto tecnico Galileo Ferraris mette di fronte magistrati napoletani e siciliani specialisti nella lotta al crimine organizzato. Ci saranno anche il sindaco De Magistris, Pietro Mennea e Daniele Masala. «Se ci fosse Maradona – dice – gli darei semplicemente il microfono facendogli raccontare la sua storia. Questi personaggi possono testimoniare che con i valori positivi si può rinascere». Accanto a Maddaloni i piccoli campioncini che puntano alle Olimpiadi di Rio de Janeiro: Ylenia Aiello, Biagio D’Angelo, Luigi Brudetti, Mario Petrosino e Gennaro Cangiano. «Se Maradona un giorno bussasse alla porta della mia palestra – dice Biagio – rimarrei impietrito. Il gol degli undici tocchi contro l’Inghilterra, la mano de Dios: ho dodici anni ma so tutto». I giovani campioni cosa chiederebbero a Maradona? «Di fare qualcosa per Scampia – dicono – aumentare le possibilità di incontro, agire nel sociale come fa il nostro maestro». L’ultima battuta è del preside del V circolo Eugenio Montale, Vincenzo Montesano: «Maradona? Certo che sarei contento – dice – ma non se fosse una cosa di passaggio che non lascia nulla. Aggregazione, impianti, palestre. Di questo ha bisogno Scampia. E se la sua visita permetterà di tenere i riflettori accesi sul nostro quartiere allora viva Maradona».
Fonte: Il Mattino
La Redazione
P.S.
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