Le voci iniziali, quelle che accolgono la squadra del Napoli e i suoi (pochi) tifosi allo stadio sono quelli solite che si sentono negli stadi del Nord. Ma non sono cori, solo insulti isolati. I primi a pagarne il prezzo sono De Sanctis, Rosati e il loro preparatore Papale che entrano in campo qualche istante prima degli altri per il riscaldamento.
Nessuno dei tre è di Napoli, ma per la curva di atalantini – e molti sostenitori già presenti in tribuna – non cambia nulla. «Noi non siamo napoletani», urlano. Neanche loro. E sono le voci di quelli più educati. La tensione è alle stelle, i precedenti tra le tifoserie non sono dei migliori.
Dallo spicchio di stadio occupato dai napoletani si fa festa per il compleanno di Maradona, 52 anni compiuti martedì. Non solo il nostalgico amarcord musicale sulle note di «Diego Diego» ma anche un lungo striscione di auguri. Bello, come quello esposto probabilmente da alcuni militari di Herat che «da Bergamo gridano forza Napoli».
Il filtraggio della polizia evita l’ingresso e l’esposizione di compromettenti striscioni. Altri, di animo assai meno nobile, si lanciano in invettive anti-Bergamo. Il club orobico, peraltro diretto da un avellinese, Pierpaolo Marino, ex direttore generale del Napoli, ha seguito tutte le fasi di avvicinamento alla gare: l’Atalanta di multe salate non vuole pagarne. Ma i coretti che intonano di tanto in tanto i bergamaschi rompono il muro di pioggia e vento che si abbatte praticamente senza sosta sugli «Azzurri d’Italia».
Scene di ordinario razzismo da stadio. Dove il tifo non è tifo ma fede cieca, assoluta e l’unico colore che esiste è quello della propria squadra del cuore. Null’altro. «Sono solo sfottò», ha spiegato il deputato leghista tifoso del Napoli, Nunziante Consiglio (natali a Montoro Inferiore). Il Napoli fa paura, in fondo è marchiato a pelle dal ruolo di anti-Juve. E allora viene accolta come ogni incubo che si rispetti: tra parolacce e insulti di tutti i tipi.
La giornata per il resto scivola via normale per la piccola pattuglia di tifosi azzurri che provenienti dalla Campania e da qualche altra località del settentrione (spiccano gli striscioni del Club Napoli Carpi e di quello di Parma) si sono beatamente goduti lo skyline della Città Alta. Nel centro storico di Bergamo alcuni non hanno avuto timore.
Fonte: Il Mattino
La Redazione
M.V.
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