Indossando il miglior vestito per conquistare un appuntamento con la storia. Il pubblico napoletano si presenta al San Paolo numeroso, riempiendolo quasi in ogni ordine di posto per sostenere i propri beniamini, per spingerli verso una finale di Coppa Italia che manca al Napoli da quindici anni. Un corno scaccia malocchi lungo più di due metri è esposto a pochi metri dall’entrata della tribuna stampa, poco distante quello della curva A. Dopo la sfortunata esperienza d’oltremanica, la scaramanzia del popolo partenopeo preferisce premunirsi. Contro il Siena è la prima partita a Fuorigrotta degli azzurri dopo la sconfortante sconfitta di Londra, e per gli azzurri ci sono solo applausi sin dal riscaldamento. I distinti ringraziano Lavezzi e compagni con un “…è stato splendido” per la brillante campagna europea, condotta sino alla fine con onore, mentre la curva A espone uno striscione eloquente che ricorda come “L’Europa che conta ci ha rispettati, i nostri ringraziamenti ve li siete meritati. Ora decisi e compatti come un’inaffondabile canoa, saremo il vostro vento per l’ultimo giro di boa!”. Il fischio d’inizio vede gli spalti dar man forte ai suoi campioni, d è così che dopo l’entusiasmante boato a ringraziare l’autorete di Vergassola, un’ovazione esaltante accoglie la combinazione da Play Station tra Lavezzi, Hamsik e Cavani che porta al raddoppio partenopeo. A meno di mezzora dal fischio d’inizio il Napoli ha già rimontato lo svantaggio accumulato nella gara di andata contro i senesi, piazzandosi così a pochi passi dalla qualificazione, lontana un’ora o poco più. I mugugni del pubblico giungono inesorabili verso la fine del primo tempo, quando un’ingenua entrata del diffidato Gargano costa l’ammonizione al motorino uruguaiano, squalificato per la finale romana contro la Juventus. Nella ripresa si soffre, i minuti sembrano non passare mai e la tensione prende il sopravvento sugli entusiasmi. Le bandiere sventolano, ma si attende il triplice fischio. A poco dalla fine la solita standing ovation per Lavezzi che lascia il posto a Pandev, mentre la finale di Roma sembra ormai conquistata per gli spettatori del San Paolo che si esibiscono in un “chi non salta è juventino”, facendo tremare i gradoni dello stadio. Il triplice fischio rende realtà una finale che Napoli sognava da quindici anni, rende tangibile la possibilità di alzare nuovamente un trofeo ventidue anni dopo l’ultima volta.
Fonte: Il Roma
La Redazione
M.V.
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