Andiamo alla sostanza delle cose che dice De Laurentiis. Il presidente del Napoli si arrabbia insultando (e qui sbaglia) perché sostiene che proporre le cifre sugli ingaggi o sui costi dei giocatori inneschi delle aste pericolose e penalizzanti per chi acquista. Il ragionamento non è sbagliato, ma non sono i giornalisti a scatenare questo gioco al rialzo. Il mondo del calcio si basa sul denaro. In questo settore è tutto sopra le righe, esagerato e falsato. Attorno a qualsiasi giocatore si innescano numerosi interessi che riguardano sia i club coinvolti (all’acquisto o alla vendita) sia i procuratori dei giocatori. Spesso sono altre società che si interpongono nelle trattative per far lievitare le cifre e in qualche modo danneggiare un club concorrente. Nelle trattative di un certo livello, oltre al procuratore del giocatore, subentra pure la figura occasionale del mediatore internazionale che diventa un altro bacino di spesa che ha tutto l’interesse a guadagnare più soldi.
In questi ultimi anni il mercato si è molto calmierato sia per la crisi economica, sia per la chiara direttiva dell’Uefa che sta imponendo il fair play finanziario. Il punto è che, indipendentemente dalle cifre che si possono pubblicare, ogni volta che una società di peso si interessa a un qualsiasi giocatore si innesca un vero e proprio circuito impazzito in cui si inseriscono un po’ tutte le variabili di cui abbiamo parlato. Nessun giornale ha interesse a partecipare a un simile circo, bensì a fornire informazioni dettagliate sulle trattative. Comprendiamo che sarebbe opportuno porre delle regolamentazioni, ma le logiche di un libero (e selvaggio) mercato non dipendono da chi raccoglie e pubblica notizie.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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