NAPOLI – I giorni di Dries. Un tipo pittoresco a dire poco e anche uno con una voglia matta di spaccare il mondo: martedì a Londra, nonostante tutto, in quel fazzoletto di partita maledetta con l’Arsenal ha dimostrato un certo brio, gamba e spirito, e a dirla tutta l’aveva fatto anche con il Sassuolo, nel secondo tempo. Sembra l’uomo che meno accusa le giornatacce. Risultato? Domani giocherà. Rafa lo lancerà da titolare per la terza volta dall’inizio della stagione – dopo le partite con l’Atalanta e gli emiliani – e poi, finito di martellare la fascia sinistra, traslocherà in Belgio, per le ultime due gare di qualificazioni al Mondiale con la Nazionale. Si, non c’è che dire: questi sono proprio i giorni di Dries.
IL CARATTERE – E allora, il personaggio. Non ancora conosciuto a fondo, nelle pieghe, perché la copertina, diciamola tutta, è occupata più o meno sempre dagli stessi. Però Mertens c’è, è lì, in allenamento spopola e in partita ha fatto intravedere cose interessanti. Soprattutto nei momenti di grigiore generale. Progressiva la sua crescita nelle ultime settimane: sia con il Sassuolo sia con l’Arsenal, quelle di Dries sono state tra le poche note da suonare (salvare, pardon). Nulla di stratosferico, per carità, perché i segni tangibili da lasciare sono assist e gol che del suo repertorio sono parte integrante, però quantomeno ha dimostrato di avere carattere. Oltre al dinamismo e una buona tecnica individuale.
LA CONFERMA – La crescita, dicevamo. Confermata con l’Arsenal – paradossalmente – e inaugurata soprattutto nella seconda parte della sua passerella con il Sassuolo. Con ordine: con gli emiliani, al San Paolo, ci ha provato, anche da fuori, e poi, nella ripresa, sulla sua fascia di competenza, la sinistra, ha creato le iniziative più interessanti di una serata molto poco creativa e produttiva. Poi, riposo a Marassi, con il Genoa, e una mezzoretta tutto sommato positiva con l’Arsenal contro Ramsey e Sagna, cioè due degli avversari che più avevano ferito e spaccato gli azzurri nel primo tempo. Bilancio e conseguenza: è uno dei più in forma del momento e Benitez lo rilancerà dall’inizio. Per la terza volta.
CACCIA APERTA – Non resta che inseguire con il Livorno quelle cosette che, nelle stagioni giocate in Olanda con le maglie di Utrecht e Psv, erano splendida, soave, piacevole abitudine: gol e assist. Andare troppo indietro con i numeri non serve, sufficiente è scorrere le ultime statistiche: in calce al congedo da Eindhoven, Mertens ha firmato anche 16 reti e 17 assist in Eredivisie. Sì, il bilancio personale del campionato precedente è stato ricco di soddisfazioni e in linea con quelli meno recenti, ed è per questo che da uno come lui è lecito aspettarsi giocate importanti. Magari decisive.
TURISTA MAI PER CASO – Nel frattempo lavora con la serenità, l’umiltà e l’entusiasmo che sono tipici del suo carattere. Della sua personalità. Napoli, del resto, gli piace tanto, davvero tanto, e sono i fatti a raccontare quanto la sua integrazione proceda spedita: casa a Posillipo e passione per il mare, nonostante sia un uomo delle Fiandre (è nato a Lovanio, al centro del Belgio); passeggiate in centro e sul Lungomare, anche su quella specie di bicicletta-risciò a noleggio, con la compagna e il cane. Immancabile. E poi, il rifugio: Marechiaro. La Finestrella, gli amici Vittorio e Davide, e la terrazza a picco sul Golfo: mangia la pasta fatta in casa con l’aragosta e si perde guardando il panorama. Tipo pittore fiammingo. Beh, anche Rafa spera in qualche suo tocco di pennello. Calcistico, sia chiaro.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
L.D.M.
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