Quest’oggi sulle sue pagine il noto quotidiano La Gazzetta dello Sport ha chiarito ulteriormente la questione nata ieri sera sull’improvvisa frenata dei club di Serie A sulla ripresa del campionato. Non una frenata dettata strettamente dalla volontà di non giocare, anzi: i presidenti di tanti club vogliono un protocollo meno rigido e discutere alcuni punti di quello formalizzato nelle ultime ore. Si cerca di avvicinarsi quanto più possibile al modello tedesco, ritenuto una via plausibile per la ripresa del sistema calcio in Italia. Questo quanto evidenziato dalla nostra redazione:
“«Niente ritiro blindato da lunedì». «Ma no, aspettate». Il mondo del calcio vive un’altra giornata tormentone fra incontri, sussurri e grida sulla sofferta ripartenza degli allenamenti collettivi. Una situazione paradossale dopo il via libera con la riscrittura del protocollo. Salta tutto allora? Ancora no, la Lega prova a rilanciare: chiede un incontro con Federmedici e Federcalcio per un nuovo protocollo condiviso con ministeri e Cts“.
“Ora sono di nuovo Lega e Federazione a essere una di fronte all’altra. La partita procede e un tempo si giocherà anche oggi, quando le parti si ritroveranno in un’altra video-riunione. Sono i club a essere ‘insorti’: troppo rigide le disposizioni stabilite nel protocollo del Cts (che aveva integrato quello della Federazione), talmente stringenti da rendere per molti di fatto impraticabile la ripartenza. Per questo quasi tutte le società chiedono una rivisitazione meno severa e più elastica“.
“I punti su cui la stragrande maggioranza delle società condividono le preoccupazioni sono sostanzialmente tre: la quarantena a cui verrebbe sottoposta l’intera squadra in caso di nuova positività; la responsabilità penale dei medici; il lungo ritiro ‘bolla’ di due settimane“.
“Le contro-richieste si rifanno al modello tedesco: in caso di nuovo contagio, le società vogliono che sia solo il singolo a procedere all’isolamento. Così come che la responsabilità non gravi solo sui medici sociali ma venga condivisa secondo modalità che sarà il governo a stabilire. E infine i ritiri: i club chiedono di cancellarli dal protocollo e di poter procedere come succede adesso (giocatori in campo e poi a casa, e dal 18 con allenamenti collettivi veri, non a gruppi di 7-8 giocatori). Anche in questo caso con riferimento a quanto accade in Germania e negli altri tornei europei“.
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