Coincidenze o un preciso disegno criminoso? L’interrogativo scattò subito a suo tempo e in parte resta. Lunga la serie di episodi criminosi in danno di alcuni calciatori del Napoli e delle loro compagne. Ai quali si è aggiunta la rapina subìta da Claudio Anellucci, il manager di Edinson Cavani. L’ultimo, in ordine di tempo, di una serie di colpi, per l’appunto, di cui sono rimasti vittime gli azzurri di Mazzarri.
Si cominciò con l’auto rubata al difensore Salvatore Aronica, poi a seguire un’escalation di furti e rapine. Nel mirino i «big» azzurri: Cavani, Hamsik e Lavezzi. Nella notte tra l’8 e il 9 ottobre scorso, nel parco in via Scalandrone, tra Pozzuoli e Bacoli, i ladri fecero irruzione nella villa di Cavani portando via gioielli, oggetti di valore e indumenti vari, tra cui anche maglie del calciatore. Il «Matador» si trovava in Uruguay per giocare con la sua nazionale. Si trattò di un furto con scasso. Un mese circa più tardi, il 21 novembre, fece scalpore la notizia della rapina subìta da Martina Franova, la moglie di Hamsik.
La donna, incinta, era alla guida di una Bmw X6 a Varcaturo, sul litorale flegreo. I banditi la minacciarono costringendola ad abbandonare la vettura dove c’erano anche le chiavi della casa a Castel Volturno. L’auto, grazie all’antifurto satellitare, venne ritrovata dopo poco a Ceselle, nel Casertano. Lo stesso Hamsik nel 2008 venne rapinato di un orologio Rolex, poi recuperato dalle forze dell’ordine.
E sempre un Rolex è stato rapinato, il 27 novembre scorso, nel quartiere Posillipo, a Yanina Screpante, la fidanzata del «Pocho» Lavezzi. Il caso suscitò non poche reazioni e polemiche dopo il «post» della modella su Twitter che conteneva lo sfogo per la rapina subìta e per le voci che si rincorrevano sulla possibilità che la scelta della vittima non fosse una casualità. Ci fu chi sottolineò le difficoltà per i campioni del calcio di vivere serenamente la propria vita privata in una città come Napoli, chi cedette al luogo comune di Napoli, i Rolex e le rapine e chi, invece, invitò a riflessioni allontanando suggestioni su un caso-Napoli.
E sul sospetto che dietro i tre episodi ci fosse una comune regia per destabilizzare la squadra in uno dei suoi momenti migliori, gli inquirenti risposero che le indagini, al momento, non fornivano elementi per ritenere i tre episodi collegati.
Insomma: quello che è accaduto a Cavani e alle compagne di Lavezzi e Hamsik poteva accadere a chiunque. Sebbene non confermata da riscontri investigativi, l’ipotesi di un disegno criminale viene comunque sempre analizzata. L’attenzione delle forze dell’ordine è massima. Ci sono indagini in corso per fugare dubbi e sospetti.
Fonte: Il Mattino
La Redazione
P.S.
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