Dai la palla a un bambino… e istintivamente comincia col prenderla a calci, istinto che presto diventa amore, passione. Quante volte da piccoli siamo tornati a casa con le ginocchia sbucciate per un partita di calcio improvvisata sulle strade, sul campetto dell’oratorio; per noi napoletani poi, cresciuti con il mito di Maradona le citazioni si sprecavano: in ogni angolo di Napoli non c’èra una partitella dove il suo nome non veniva consacrato, venerato come una vera e propria divinità. Vederlo giocare era un sogno ad occhi aperti non solo per i piu’ piccoli, le giocate del pibe de’oro risvegliavano anche nel pubblico piu’ grande quelle vecchie emozioni di bambino.
Già i bambini: guardarli giocare è un piacere; quel modo sano, pulito, genuino di vivere la competizione è ammirevole. In un “gioco” calcio sfigurato da calciopoli, scommesse, violenza negli stadi, da calciatori-mercenari, dai presidenti che comprano e vendono squadre a ripetizione, quelli rimaste a giocare sono solo loro, i bambini.
Un fenomeno preoccupante sta dilagando negli ultimi dieci anni nell’ambiente calcio, i club slegano il loro talent mastini-scout in giro per il mondo alla ricerca di baby campioni sui quali investire per l futuro, stravolgendo radicalmente quello che è il percorso di vita di questi.
Ricordate Vincenzo Sarno? (nella foto da piccolo con la casacca del Torino) un bambino di Secondigliano che a soli 11 anni venne ingaggiato dal Torino per centoventi milioni di lire, girava palleggiando in televisione tra Raffaella Carrà e Porta a Porta. Era nel ’99, a quel tempo quelle immagini fecero scalpore, oggi, invece, è diventato un vero e proprio businnes,
Baerke Van der Meij, lo scorso 30 aprile, è diventato giocatore professionista a soli 18 mesi.
Il baby fenomeno è stato ingaggiato dagli olandesi del VVV Venlo, a portarlo allo scoperto un video del ragazzino che i genitori hanno pubblicato su Youtube nel quale Baerke insaccava in una cesta ben tre palloni consecutivamente. Questa prodezza balistica ha convinto i dirigenti del club giallonero a metterlo sotto contratto; ovviamente si tratta di un accordo simbolico chissà però se la squadra olandese in futuro deciderà di avvalersi della firma del piccolo Baerke.
Ma tornando a Vincenzino, oggi quel ragazzino di anni ne ha 23. Dopo tanta serie C, 2 gettoni di presenza in serie cadetta con le rondinelle bresciane ha concluso l’ultima stagione nella punta dello stivale con la Reggina; insomma spenti i riflettori ha dovuto fare i conti con la dura realtà. Da campione annunciato si ritrova con ancora tanto da dimostrare e con l spauracchio di rimanere un giovane talento bruciato dalla poca fiducia.
Tommaso Lupoli
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