Fece già strano allora. Ma nessuno lo considerò un indizio. S’erano appena giocati i mondiali. E la condizione atletica era evidentemente approssimativa. E poi c’era chi stava meglio di lui, e s’era allenato tutto il ritiro. E meritavano di essere titolari. Benitez scelse gli altri. Soluzioni già collaudate (Jorginho) e altre, vecchie (Gargano), e però nuove, da rilanciare. Gokhan Inler fuori in entrambe le partite con l’Athletic Bilbao, le più importanti della stagione. In panchina. Lui ch’era il centro del progetto tattico. L’intoccabile sul mercato (come Radosevic, storia diversa, vicino al Varese, in B, in prestito). Il titolare, insomma. Neanche un minuto in campo. Né al San Paolo e neppure al San Mames. Sembrò soltanto la formazione del momento. E invece, era forse, una traccia da seguire. Qualcosa è cambiato nelle idee di Benitez. Equilibri tattici, caratteristiche, compatibilità tecniche. Inler fuori. Sempre più spesso, e da troppo ormai. Qualche sprazzo qua e là, un gol al Cagliari e il tentativo di riprendersi quel che ormai non sembra più suo: un posto in squadra.
alternativa. L’ultimo avvistamento da titolare in una partita vera, a Marassi contro la Samp, il primo dicembre. Poi la sgambata con lo Slovan Bratislava e un tempo supplementare a Doha contro la Juventus. Più il rigore, segnato. Il resto, in panchina. Inler l’opzione ormai alternativa. Lui è l’altro. Quello che t’aspetti, immagini dall’inizio e che però resta lì seduto. Nessun caso. Ma scelte legittime di chi è pagato per farle. Eppure quante chiacchiere al bar, e riflessioni approfondite e voci di mercato: immancabili quando è così. Inler dal centro del campo a quello delle trattative eventualmente da sviluppare. Sospiri e sussurri. Ipotesi e indiscrezioni. E sondaggi, veri. Più di uno, da Turchia e Germania. Il Besiktas s’è informato. E così anche l’Hertha Berlino: s’è mosso, si è interessato ad una situazione ferma eppure in movimento. Senso tattico, piedi buoni e geometrie, Inler il profilo perfetto da Bundesliga. Come lo è (come lo era) per il Napoli fino a che le presenze sono diventate apparizioni.PREZZO – Benitez ne apprezza professionalità, rigore e grande generosità. E non vorrebbe lasciarlo andare. Però qualche approccio c’è stato. E’ il periodo, è il mercato. Sette milioni trattabili il prezzo che potrebbe essere quello giusto per sedersi e discuterne, numeri alla mano. Quelli del contratto in scadenza nel 2016. Del bilancio che ha di fatto già ammortizzato tutto. E del campo, sempre più raramente aggiornati: 1160 totali giocati, ma tutti o quasi ad inizio stagione. Da un mese e più, Inler fa soprattutto panchina. Un leone in gabbia. Chiuso dai compagni, bloccato dalle sbarre di un turn over adesso limitato, stretto da idee diverse e che fanno male. Nessuna maschera allora. Il ruggito silenzioso è di sofferenza. La reazione è perciò garantita. In campo…
Fonte: Corriere dello Sport
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