Per necessità. Quasi per obbligo. Perché giocare ogni tre giorni stressa e stanca. E logora fisico e testa. Che turn over sia, allora. Benitez ha deciso. A Berna si cambia. Per forza. L’Europa League l’occasione per chi sta da troppo fuori. L’opportunità per chi meriterebbe forse di più e ha però davanti il migliore, il più forte, indiscutibile o quasi nelle scelte. Sempre e comunque. C’è Higuain. E Zapata sa che deve aspettare. E questo potrebbe essere il suo momento. Scalpita. Smania. Sa che può toccare di nuovo a lui. Ed è pronto. Lo dicono i dati accatastati nei file del computer di Benitez, in quel cuscino virtuale depositario di ogni formazione. Statistiche, flussi di gioco e rendimento. Atletico e tecnico. Il metodo Rafa è scientifico. I numeri non dicono tutto, ma neanche mentono. E lui si fida. Zapata l’insospettabile. Ha cifre che nessuno ha. Un gol ogni 112 minuti. Otto totali da quand’è a Napoli. Più del Pipita (1/159′). Molto più di Callejon (180′). Zapata il bomber di scorta. Il centravanti che mezza serie A e il Feyenoord volevano e che è invece rimasto. Il gigante buono che sta lì e attende il suo momento. L’ha avuto col Palermo e non ha tradito. Ha pure festeggiato. E non è che lo faccia spesso. Un sorriso, le braccia alte e la gioia dei compagni. Già tanto per chi non esulta e non si esalta. Mai. Pure se in fondo potrebbe. La danza è una passione, sai che balletti al San Paolo. Ritmi latino-americani. Si lancia in pista che è un piacere, e lo spogliatoio se la spassa. Sempre sorpresi. Zapata quello taciturno e quieto, simpaticamente svagato. Eppure presente, eccome, sotto porta. Continuità, intensità e applicazione: i parametri di Benitez, quel che più guarda in allenamento, valuta e apprezza. Il dubbio dev’essere indotto e Zapata l’ha già innescato. E’ lui l’opzione concreta per Berna, l’ipotesi per l’attacco, il ragazzo dell’Europa contro i giovani ragazzi (Young Boys) svizzeri. Sensazioni, ovvio. Indizi. Solo quello per ora. Ieri sfida mischiata a Castelvolturno. E pure la rifinitura di stasera sarà poco più che una sgambata. Pure lo stadio, lì in Svizzera, avrà… i suoi buchi. Troppi occhi indiscreti, curiosi e interessati per provare i titolari. Le pettorine saranno utili solo per la partitina. Ma Zapata è già la tentazione. Come a Bratislava con lo Slovan. Come in quegli ultimi minuti con gol contro il Porto. Come quella notte di Champions a Marsiglia: un tiro a giro maligno e beffardo, col vento e i tifosi che gli soffiavano dietro. Zapata più di Higuain. Ora. Nelle idee. Pure se di poco. Lui, il colombiano, per gestire fatiche sforzi, valorizzare tutto l’organico, premiarne i gol in allenamento e far, soprattutto, riposare il Pipita. I metereologi hanno annunciato da domani e le ore successive l’arrivo sull’Italia de «l’uragano Gonzalo». Ma con lo Young Boys si gioca in Svizzera… E allora Zapata a Berna. Higuain da scatenare domenica. Ci fosse poi bisogno, basterà un fischio. Anzi, un soffio… Gonzalo ha già travolto Sparta e Slovan.
Fonte: Corriere dello Sport
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