A Madrid lo rimpiangono, a Napoli lo coccolano e a Roma lo temono. Gonzalo Higuain, in assenza di Totti, è il personaggio principe della sfida di domenica sera. Da solo ha realizzato più gol, tra campionato e Coppe, dei tre attaccanti che Garcia dovrebbe schierare domenica: venti a fronte dei sedici siglati da Destro (6), Gervinho (5) e Florenzi (5). El Pipita è fondamentale nell’economia del gioco del Napoli. Viaggia ad una media di 0.5 gol a partita. Senza contare gli assist che ammontano a 10 in 35 gare, di cui 7 solo in campionato. Chissà quante volte De Laurentiis benedirà quella cifra versata nelle casse dei Blancos in estate: trentotto milioni di euro. E chissà quante volte Benitez si complimenterà con se stesso per aver indicato al Napoli un nome soltanto per sopperire alla partenza di Cavani (nonchè per la scelta di Callejon, altra mossa azzeccata).
L’attaccante argentino sa fare reparto da solo e non sfodera mai giocate banali, ad appena ventisette anni (da compiere a dicembre) è nel pieno della maturità tecnica. Alla Roma manca proprio un elemento simile, capace di finalizzare come pochi, abile nel partecipare al gioco corale quanto feroce in area di rigore, implacabile. Tredici gol in campionato, con tre doppiette (Torino, Lazio, Milan), quattro rigori (Torino,2, Cagliari e Bologna), sette assist-gol. Che vanno ad aggiungersi ai quattro realizzati in Champions League, ad uno in Europa League, ai due in Coppa Italia siglati rispettivamente con Lazio e Roma. Un rendimento da bomber di razza anche se atipico nei movimenti, più altruista che egocentrico, molto collaborativo in fase di proposizione e negli ultimi tempi anche come pedina di supporto al centrocampo ed alla difesa, specie sulle palle inattive. Prima di spingere l’Argentina ai Mondiali in Brasile, il Pipita vorrebbe proiettare il Napoli verso la conquista di un trofeo importante (Europa League o Coppa Italia) e soprattutto afferrare quel secondo posto che garantirebbe l’accesso diretto alla Champions League. Ecco perché il faccia a faccia con la Roma, il secondo a distanza di ventisei giorni, assume un significato importante per il pupillo di Maradona. Higuain ha saltato ben volentieri la gara di Livorno per farsi trovare al top nella gara con i giallorossi.
PARTENZA FULMINEA – Di Napoli e del Napoli gli avevano parlato alcuni compagni di spogliatoio in nazionale, Lavezzi e Fernandez. Benitez, poi, gli aveva promesso di fargli trovare due amici del Real Madrid, Albiol e Callejon. De Laurentiis, infine, provvide ad illustragli il progetto al momento della firma sul contratto (scadenza 2018). E Higuain s’è ambientato in un baleno nella squadra e nella città dove il suo idolo, Maradona, aveva lasciato un ricordo indelebile. Quattro gol consecutivi nelle prime quattro giornate di campionato. A bersaglio anche con il Borussia Dortmund prima che un infortunio muscolare ne rallentasse la corsa. Poi, tra dicembre e gennaio altra spinta decisiva con la doppietta alla Lazio, il gol all’Inter, quello a Cagliari e l’altro a Bologna, intervallati dalla doppietta all’Olympique Marsiglia e la rete in apertura all’Arsenal, nonchè il gol che estromise la Lazio dalla semifinale di Coppa Italia.
IN CRESCENDO – Ma Higuain ha raggiunto il top a febbraio: sua la doppietta del ko al Milan; sua la rete del momentano due a zero con la Roma in Coppa Italia; suo anche il bersaglio allo Swansea. Ora il Napoli pregusta il rientro del suo trascinatore e già sogna una notte stellare sotto il segno del Pipita, a due gol da Tevez ma primo nella classifica dei supercannonieri, quelli che hanno segnato di più in tutte le competizioni comprese le gare in nazionale: 21 Higuain, 19 Vidal, 16 Balotelli, Rossi e Tevez, mentre il primo della Roma è Gervinho con 7 reti, 5 in campionato, 1 in Coppa Italia, 1 in Nazionale.
Fonte: Corriere dello Sport
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