NAPOLI – Tutto sommato, considerando che il finale è stato lieto e i danni limitati, per raccontare la storiaccia scritta ieri da Gonzalo Higuain al largo di Capri si potrebbe citare il messaggio di quel genio comico di Paolo Cannavaro: «Dale Pipita: 8 punti + 3 di ieri sono 11? i tuffi lasciali fare a noi gente di mare!». E poi risate a corredo. Sfottò a parte, il capitano s’è sbagliato di poco: in realtà, i punti di sutura che l’attaccante s’è visto cucire sulla mascella, per chiudere una ferita lacero contusa rimediata cadendo a bordo di una barca, sono stati 10. Mica pochi. Però alla fine gli è andata bene. Più che bene: la trasferta di sabato a Verona con il Chievo non è a rischio. La caccia al primo gol in campionato può continuare.
IL RACCONTO – E allora, il giorno di riposo e relax. Sì, lo chiamano relax e nelle intenzioni avrebbe dovuto riempire il lunedì senza calcio e tattica, ma a conti fatti è stata una giornata da incubo. Risolta con un sospiro di sollievo e il sorriso, che poi in questi casi è ciò che conta in assoluto, ma il mezzogiorno vissuto dal Pipita è stato a dir poco di fuoco. La storia. L’argentino fa rotta su Capri da Napoli di buon mattino a bordo di un motoscafo bello e potente, un Itama 45 di tredici metri e più noleggiato per l’occasione insieme con un gruppetto di amici e amiche, per un bagno di sole e di mare: ride, si diverte, scherza. E poi, una volta ancorati nella baia di Marina Piccola, all’altezza dei bagni internazionali e con i Faraglioni sullo sfondo, decide di tuffarsi dalla plancia di poppa. Dalla pedana, per intenderci.
LA DINAMICA – Nulla di pericoloso, insomma, anzi tutto nella norma della sicurezza più totale: eppure, un’onda lunga gli fa perdere l’equilibrio. E’ un attimo: Higuain barcolla e poi cade con il viso sulla piccola passerella a scomparsa in mogano e acciaio. Il sangue scorre dalla mascella, all’altezza del lato sinistro del mento, e non solo. E’ mezzogiorno o giù di lì: pochi minuti più tardi, dopo aver sollecitato i soccorsi, arriva sul posto un gommone della Guardia Costiera che lo preleva e lo accompagna sull’isola. Ad attenderlo, Gonzalo trova un’ambulanza dell’ospedale Capilupi: gli applicano un collarino, come prassi, e poi è lui stesso che si stende sulla barella d’ordinanza.
SOCCORSI CAPRESI – Poco dopo, al pronto soccorso lo visitano, gli disinfettano i graffi su uno zigomo e sul naso, e poi gli suturano la ferita lacero-contusa sul mento con 10 punti. Quelli che, citando ancora capitan Cannavaro, che altro non voleva se non sdrammatizzare, insieme con i punti della vittoria con il Bologna fanno 13. Non 11. Dopo la medicazione, intorno alle 14.10, Higuain si reca negli uffici della Guardia Costiera per sbrigare l’iter previsto: racconta l’episodio, archiviato come “incidente fortuito” senza alcun tipo di conseguenza, e poi s’imbarca verso Napoli. «Non mi sono accorto che stava arrivando un’onda più forte delle altre e sono caduto. Ora, però, mi sento meglio», tranquillizza tutti lasciando Capri.
IL RIENTRO – Al molo del Borgo Marinari, nel frattempo, lo attendono i due medici azzurri, Enrico D’Andrea e Raffaele Canonico: i due dottori del club lo visitano nella stanza dell’albergo sul Lungomare, dove ancora alloggia in attesa di trasferirsi nella nuova casa, nello stesso parco dove fino a maggio ha abitato Cavani, e lo rassicurano: non è a rischio per Verona e il Chievo, basta proteggere la ferita dovere. Oggi, alla ripresa degli allenamenti, Higuain sarà visitato anche dal responsabile dello staff, il dottor Alfonso De Nicola, per capire se riprendere subito a lavorare oppure concedergli un giorno di riposo. Quello vero.
La Redazione
G.D.
Fonte: Corriere dello Sport
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