Un colpo di tacco di Higuain a otto minuti dalla fine lancia il Napoli in semifinale di coppa Italia contro la Roma di Garcia. Una giocata da campione del Pipita che gira in porta un tiro sporco di Callejon. Va avanti il Napoli, quindi, ma con tanta sofferenza contro una Lazio battagliera e abile a chiudere tutti gli spazi. Poche emozioni vere, difficoltà a creare palle gol pulite ma da contraltare il merito di crederci sempre e gli evidenti miglioramenti nella fase difensiva. Concesse poche ripartenze e neanche un tiro in porta pericoloso ai biancocelesti. Un buon segnale in vista del mese di febbraio affollatissimo di partite tra campionato, Europa League e coppa Italia. Benitez cambia quattro pedine rispetto al Chievo, una per reparto, compreso il portiere. In porta torna Reina, indisponibile Britos per l’influenza, difensore centrale destro è Fernandez. Esordio dal primo minuto, convincente, di Jorginho. Si rivede Insigne, a corrente alternata però e fischiato dai tifosi al momento della sostituzione con Pandev, atteggiamento che il napoletano ha mostrato palesemente di non gradire al ritorno in panchina. Reja disegna una Lazio accorta, senza Klose e con altri due big lasciati in panchina, Hernanes e Candreva: il tecnico goriziano si affida al solito modulo accorto con Perea unica punta più avanzata e Keita in appoggio. Si muove bene il centrocampo azzurro, o meglio giallo, visto il colore delle maglie del Napoli. Jorginho sbaglia qualcosa in avvio, poi prende quota ed è sua la giocata più bella di tutto il primo tempo: il tiro a giro con il destro (42′) da angolo corto di Insigne colpisce in pieno il palo. La presenza dell’ex veronese giova a Inler, efficace in fase d’interdizione e anche nei lanci lunghi soprattutto per le volate di Callejon a destra. Ma nonostante ciò la Lazio si difende bene e riesce sempre a riparare con interventi alla disperata dei difensori, più volte Higuain viene anticipato sul più bello. Il Pipita trova una sola volta la porta: respinto il suo sinistro da Berisha (8′ pt). La Lazio, invece, non chiama mai Reina all’intervento anche se in un paio di occasioni si ripropone con incisività in ripartenza sbagliando poi la scelta dell’ultimo passaggio. Altre volte ci pensa Albiol, sicuro come nei giorni migliori, ad allontanare tutte le insidie, sia di testa che di piede. Hamsik gioca in un raggio d’azione leggermente più arretrato del solito, non fa la differenza nelle giocate d’attacco però garantisce una maggiore copertura al centrocampo. L’azione del Napoli è continua ma manca il cambio di ritmo e l’accelerata chiave. E così contro una difesa chiusa il giro palla diventa prevedibile e aumentano le difficoltà a trovare spazi dove entrare con decisione. Nella ripresa la Lazio si propone un po’ di più in attacco e il Napoli potrebbe trarre giovamento per qualche spazio in più. Manca però la precisione nell’ultimo passaggio. La squadra di Reja con il passare dei minuti riprende l’atteggiamento accorto. Partita sempre bloccata, entra Mertens, al posto del fischiato Insigne. La Lazio regge atleticamente, con il passare dei minuti gli spazi si chiudono sempre più. E soprattutto la manovra non decolla, anzi si sviluppa in maniera sempre più lenta ma il Napoli ha il merito di non disunirsi. A un quarto d’ora dalla fine Benitez lancia Pandev, l’ex, al posto di Hamsik, applaudito. La palla buona capita ancora sul destro di Jorginho (33′ st) che tira alto. Il guizzo decisivo è di Higuain (37′ st), al primo squillo in coppa Italia, quindicesimo in campionato. E il Napoli prosegue la corsa: giro campo finale con applausi a Rafa e agli azzurri.
Fonte: Il Mattino
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