C’è voglia di rivincita. Il 24 aprile del 2013, altro che pallone: Robert Lewandowski si portò via tutto lo stadio. Segnare un poker di gol in semifinale è un’impresa pazzesca. Ma farlo contro il Real Madrid è da roba da libri di favola. Quella sera, sotto gli occhi di Gonzalo Higuain, il centravanti del Borussia salì sul palcoscenico e affiancò altri dieci «pokeristi» di Coppa dei Campioni tra cui Di Stefano, Puskas (in finale nel 1960), Van Basten, Shevchenko, Messi, Gomis e Mario Gomeze così via. Higuain, quella notte, come tutto il Real di Mourinho, recitò la parte dello spettatore: «la remuntada» al Santiago Bernabeu non riuscì e tutti sanno poi come è andata a finire. Gonzalo il Pipita ora non gioca più nei blancos. È stata una sua scelta precisa: Carlo Ancelotti ci ha provato al suo arriva nella Casa blanca a trattenerlo: «Dai Gonzalo, resta con noi. Ma lui mi ha detto: mi spiace, ho voglia di nuove avventure», ha spiegato pochi giorni fa sor Carletto ai microfoni di Sky. E domani sera nello stesso stadio di sette mesi fa, al Signal Iduna Park (sempre impressionante per presenze e calore, anche se era più evocativo il vecchio nome: Westfalenstadion) Gonzalo avrà la sua prima, grande, occasione per dire a se stesso che ha fatto bene a lasciare Madrid per approdare al Napoli. Ma domani sotto i riflettori vuole finirci lui. Borussia Dortmund-Napoli racchiude, tra i suoi tanti duelli, soprattutto quello dei due suoi attaccanti costretti, loro malgrado, a incidere pesantemente sugli umori e i destini delle rispettive squadre. Da quando Gonzalo Higuain non segna un gol dei suoi? Più o meno, dal 22 settembre, dalla trasferta di San Siro, da quel tiro dal limite che beffò Abbiati e che spianò la strada al blitz in casa del Milan. Nella sfida di domani sera in Champions l’argentino vuole riprendersi sulle spalle il Napoli, che senza la lucidità del suo attaccante migliore è veramente poca cosa. E il Dortmund è un avversario che gli porta fortuna: all’andata il Pipita realizzò uno dei gol più belli della sua stagione napoletana. È vero, lì Del resto ci sono periodi così, nella vita di un attaccante: prima sei illuminato dalla luce e tutto ciò che sfiori diventa bellezza, poi sembra arrivare il buio e non c’è verso di uscirne. Gonzalo ora è nel momento buio, senza dubbio. Nelle ultime 11 partita ufficiali ha segnato appena 4 gol: due doppietta (due gol su rigore al Torino e due al Marsiglia) e poi tanti momenti di profondissima crisi. Complice il malanno alla coscia, certo, ma anche di un senso di solitudine lì davanti che lascia Benitez con il dubbio: è forse il caso di rivedere qualcosa. Ecco perché all’uscita dagli spogliatoi del San Paolo, sabato sera, Higuain è sembrato a pezzi, prostrato nell’animo, a dir poco sconfortato. E domani sera il cannoniere che ha perso il sorriso sfiderà l’altro principe triste: Robert Lewandowski. Anche lui, il fenomeno di Varsavia che si è già promesso al Bayern Monaco, a 1.700 km di distanza vive un momento di profondissima crisi. Il 25enne polacco in campionato si è inceppato: nelle ultime sei gare di Bundesliga, è andato a segno solo contro lo Stoccarda. Certo una tripletta, ma mai prima di adesso gli era capitato un mese così nero come quello di novembre. In Champions, ha gli stessi gol di Higuain: tre. Una doppietta al Marsiglia (come Gonzalo) e poi un gol all’Arsenal all’Emirates. Una vittoria che tiene ancora a galla il Dortmund. Lewa è il più prezioso dei parametri zero in circolazione. Ma quando il Borussia ha segnato il passo, dopo una partenza spumeggiante, parallelamente il suo bomber è entrato in crisi di astinenza da gol. E non a caso che dopo lo 0-3 contro il Bayern, ora la squadra di Klopp arranchi sei punti dietro la capolista bavarese. Higuain e Lewandowski sono colpiti da improvvisa abulia offensiva. 4 gol per Higuain negli ultimi due mesi, appena 5 per il polacco d’oro. Davvero troppo pochi per due come loro. Insomma, è la partita giusta nella notte giusta.
Fonte: Il Mattino
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