Higuain sì, Rossi nì, Gomez neppure pervenuto. La maledizione delle prime punte che sembra aver preso d’assalto questa finale di Coppa Italia finisce per intero solo addosso al povero Montella. Perché, al bando la pretattica che un po’ perseguita Rafone, il Pipita stasera sarà del match: anche se non ha completamente recuperato dalla botta alla tibia rimediata a San Siro.
Gonzalo ha gridato il suo «presente». Nulla di stoico, per carità: il dolorino c’è sempre, ma sopportabile anche senza infiltrazioni. E poi stasera c’è una gara unica con un trofeo in palio. Dentro o fuori. E Gonzalo vuole esserci. Anche perché la sua bacheca è piuttosto vuota: tre Liga con il Real Madrid, ma poi una sola Coppa del Rey e una Supercoppa spagnola. E null’altro. E dunque questa «coppetta» (ma che «coppetta» è sempre meno, per la verità) ha pur sempre la sua valenza per il Pipita. Gonzalo c’è. E lo sarà dal minuto numero 1. A meno Benitez non sparigli ancora una volta le carte, ammetta che ieri pomeriggio all’Olimpico ha fatto allenare il suo bomber solo a uso e consumo dei rivali e lo faccia sedere in panchina. Tranquilli, non sarà così. Perché Higuain vuole esserci, vuole incrementare il suo bottino fermo a 24 gol e avvicinarlo alle migliori stagioni madriliste. Una settimana di sofferenza, la sua. Terapie e massaggi. E tanta corsa. Poco pallone. Sette giorni di dubbi e di incertezze. Fino al sospirone di sollievo.
Niente a che vedere con quello che ha passato Giuseppe Rossi che solo stasera rimetterà piede su un campo di gioco quattro mesi dopo l’infortunio contro il Livorno e la scivolata di Rinaudo che ha rischiato di stroncare la sua fragile carriera. A Roma, nei 15 minuti di allenamento viola concessi alla stampa, in molti hanno potuto rivedere Pepito con il pallone tra i piedi. Un bel vedere, in ottica Brasile. Montella è cauto: sa che, in ogni caso, non è che in questa gara da indiavolati può pretendere dal suo piccolo gioiello che tanto gli somiglia nel fisico e nelle buone maniere di essere già un guerriero. Nella testa lo è, nel fisico non ancora. Ha una cicatrice che gli attraversa il ginocchio come una saetta, ricordo di operazioni che hanno rischiato di stroncargli la carriera. Per almeno un quarto d’ora, ma dipenderà dal risultato, i due torneranno a incrociarsi: Higuain contro Rossi, come al Comunale di Firenze il 30 ottobre scorso, quando Pepito segnò su rigore ma fu il Napoli a vincere (2-1).
Due prime punte così diverse da sembrare distanti anni luce l’uno dall’altro: ieri si sono incrociati al Vaticano, nella rampa che porta su alla Palazzo Apostolico. Hanno scherzato sullo stato di salute l’uno dell’altro. Una sfida, questa, che ha il sapore della Liga: per 4 anni Higuain vs Rossi è stato uno dei duelli chiave di Real Madrid-Villarreal. D’altronde, questa gara è quella più castigliana che c’è: quattro madrileni, 7 spagnoli, 11 protagonisti che lo scorso anno giocavano in Spagna. Fiorentina-Napoli è quanto di più vicino a una sfida di Liga che possa esserci in Italia. Certo, dalla loro presenza dipenderanno molte delle chance vittoria di Napoli e Fiorentina: entrambi micidiali negli ultimi venti metri, ma anche preziosi nel farsi risucchiare verso il centrocampo per poi andare a consegnare palloni d’oro per gli inserimenti dei compagni. Chissà cosa avrebbe potuto fare la Fiorentina con Rossi al top.
fonte: il mattino
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