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Higuain, primo gol ed ovazione del San Paolo

Tutti lo vogliono, tutti lo aspettano: e in quell’orgia calcistica, il popolo sovrano viene puntualmente accontentato. Si scrive Higuain e però si legge (già) come il novello principe del gol: e in un match griffato da un Insigne sontuoso per 45′ (assist nell’1-0 a Behrami di testa) e diavolerie varie, il pizzico di pipita sulla serata è un energetico che vale il 2-1 ma anche la consapevolezza d’avere un bomer a orologeria che sa quando esplodere e come farlo. E’ calcio ancora indicativo, però ciò che s’intravede ha valore, è base su cui lavorare e in quei quaranta milioni dirottati verso Madrid c’è l’essenza d’un centravanti moderno e contemporaneamente antico, un uomo alla ricerca di se stesso Grande primo tempo di Insigne: assist (di testa) e magie. Zuniga più sereno La nota stonata è un altro gol subito su palla inattivae però già cinico
a modo suo.
PROVE TECNICHE – Napoli 2, Benfica 1, con dentro annotazioni sparse: la catena di sinistra sfila via oleata e lo Zuniga rasserenato (da un ambiente disteso almeno quanto lui) e un Hamsik che si lascia scivolare da quelle parti con dolcezza e un Insigne incontrollabile per Maxi Pereira provvedono a stabilire la superiorità, a far vacillare le certezze di Jorge Jesus che al decimo ha già riveduto e corretto il 4-4-2, liberando Gaitan da qualsiasi impegno di contenimento. I taccuini di Benitez sono appoggiati sulla panca, però la memoria raccoglie e incamera indicazioni, suggerisce input: gli esterni offensivi si alternano, le coperture in non possesso trasformano l’atteggiamento in 4-4-1-1. E’ calcio d’agosto, non eccessivamente ritmato, però godibile, molto orizzontale con sventagliate improvvise che cercano Insigne a oltranza (al 17′ per un destro deviato; al 24′ per randellata smanacciata da Artur) o Callejon al di là dell’esterno avversario (25′: mega-assist di Lorenzino, «sciaguratamente» sprecato dallo spagnolo).
LE LUCI – La Msc Cup è realmente un’amichevole, c’è il desiderio di Inler di guardarsi dentro, quello di Benitez di assecondare innanzitutto le distanze e i movimenti, di far conoscenza con il sistema: il Benfica galleggia ai margini della serata, retto però da un Gaitan «illegibile» per chiunque mentre vaga dal centro alla sinistra e poi a destra, o anche quando se ne va tra le linee, vertice di un rombo accennato. E’ manifestazione di padronanza delle emozioni, offerta su palla inattiva (44′), il virus che affligge pure questo Napoli, punito dalla comoda irruzione di Luisao di testa.
TURN OVER – La fase sperimentale richiede cambi a volontà e la ripresa è un viavai dal quale emerge un Mertens ispirato e però blando (4′ di testa da buttare dentro e invece va fuori) o sfortunato (16′ è bravo Artur) e si stacca anche uno Dzemaili caratteriale assai. Ma aspettavano Higuain, l’avvoltoio: certe notti son fatte per segnare… E il quasi gol di Calaiò e il palo di Djurcivic rappresentano orpelli. Era già tutto accaduto

Fonte: Corriere dello Sport

La Redazione

G.D.S.

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