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Higuain più di Maradona, al suo primo anno a Napoli il Pipita supera el Pibe de Oro

La profezia di Diego che ha lanciato Gonzalo in nazionale nel 2010 «Se gioca in Italia sarà capocannoniere»

La più difficile delle missioni per gli amanti delle statistiche è mettere un giocatore, qualunque e di qualsiasi altezza, peso, colore, misura e nazionalità, a confronto con Diego Armando Maradona: il Calcio. Stop. Null’altro da aggiungere. C’è un però, anzi un Pipita che scala vertiginosamente le posizioni nella hit-pare del cuore di Napoli e anche nella hit dei re Mida tinti d’azzurro: lui tocca palloni che diventano oro, se è vero come lo è che quando segna lui, la squadra non perde mai – al massimo pareggia – ma soprattutto continua a collezionare gol. Tanti. A raffica. E ogni volta è uno show. L’ultimo? Al cospetto del maestro, del mentore, del dio pagano della religione prediletta: Diego, claro. E via di penitenza: perché con la rete impacchettata mercoledì con la Roma, sono già 18 i gol realizzati da Gonzalo Higuain in questa stagione d’esordio tra campionato e coppe varie. Uno più di quelli segnati da Maradona stesso al primo anno di Napoli. E manca ancora un bel po’ alla fine dei giochi. Dale Gonzalo: Diego capisce. Ed è con te.

LA GRIFFE – E allora, il racconto e il dettaglio di una storia destinata a riscrivere la storia: perché la penna di nome Higuain è carica di un inchiostro indelebile che ha già griffato a furia di prodezze il San Paolo e una bella serie di squadre incontrate lungo il cammino. Dodici, per la precisione: Atalanta, Bologna, Cagliari, Chievo, Inter, Lazio (3), Milan (3), Roma, Torino (2), Arsenal, Borussia e Marsiglia (2). Totale: 18 graffi, distribuiti in tutte le salse, di cui 12 in campionato, 4 in Champions e 2 in Coppa Italia. Diciotto, a poco più di metà della prima stagione italiana e internazionale, rispetto ai 17 gol di Maradona all’esordio in maglia azzurra. Stagione 1984-1985: 14 in campionato e 3 in Coppa Italia.

VALORE ASSOLUTO – Ecco, si potrebbe obiettare, la differenza sostanziale consiste proprio nella terza competizione che a Diego mancò, perché Gonzalo e questo Napoli sono stati impegnati in Champions e presto si cimenteranno anche in Europa League, ma considerando il valore assoluto delle squadre incontrate in giro per il continente, dall’Arsenal al Borussia, passando per l’Olympique Marsiglia, il gioco è fatto: Higuain s’è districato in mezzo ai mostri sacri. Tutto risolto? Ma si. Anche perché fino alla fine il computo potrebbe – dovrebbe – crescere ancora un bel po’.

IL DESTINO – Diego, che tra l’altro conserva ancora 2 gol di vantaggio relativamente al debutto in Serie A, non può che essere felice: «Se Higuain andrà in Italia sarà lui il capocannoniere» , disse in estate nel bel mezzo delle trattative vorticose dell’allora attaccante del Real Madrid. Profetico. E anche orgoglioso: perché fu lui a lanciarlo, appena ventiduenne, come delantero principe dell’attacco della sua Seleccion al Mondiale 2010 in Sudafrica. Infischiandosene, come da copione, di qualsiasi commento: risultato, 4 reti servite sull’iride. Un destino sottile, li lega, è inutile negarlo: con la Roma, il Pipita ha segnato un istante dopo l’ingresso di Maradona in tribuna; e, volendo scavare anche meglio, Higuain è nato il 10 (Diego) dicembre 1987. Ovvero sul finire dell’anno solare del primo scudetto.

IL FEELING – Fiesta, allora. A full, come dicono dalle parti di Baires. A tutto gas: inchino e arrivederci a presto (i due si sentono e si scambiano messaggi). La prossima occasione? Magari proprio all’Olimpico, per la finale di Coppa con la Fiorentina: perché per eguagliare qualche altra statistica maradoniana, beh, bisogna industriarsi. Con rispetto, sia chiaro.

numeri higuain

Fonte: Corriere dello Sport

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