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Higuain, più che una punta: attacca e difende nella sfida contro Marsiglia; e il S. Paolo si infiamma

L’Europa si addice a Gonzalo Higuain, è lui che fa la differenza in una sfida ammazzacoronarie. Due reti al Marsiglia più una in precedenza e fanno tre per il Napoli; più le otto per il Real Madrid e fanno undici in Champions. E dire che a parere di Rafé Benitez, mago delle percentuali, è ancora all’80 per cento.  Gonzalo è al livello di Cristiano Ronaldo e come il portoghese festeggia puntando l’indice verso l’erba, come a dire: «Sono qua io». Perché meravigliarsi? È normale per un centravanti che Diego Maradona definisce un incrocio fra Crespo e Batistuta, per uno che nel Real ha marcato 121 gol in 264 partite.

Non solo un attaccante, Gonzalo. Veloce, resistente, ha senso tattico, fatica, solleva la maglietta sudata per darle aria e sa pure difendere, il San Paolo si è infiammato quando ha scagliato la palla in fallo laterale, da terzino di una squadra di Nereo Rocco.
I tifosi azzurri concentrano gli occhi su di lui e non hanno né voglia né tempo per litigare con i marsigliesi, come fecero all’andata. Dicono che Marsiglia rassomigli a Napoli, perché è città di mare, ha subìto una infinità di dominazioni, ha un’identità unica e ben radicata, una malavita ben organizzata. Sì, ma rassomiglia pure a Genova, forse di più, per i panorami e la struttura urbanistica. Ed è Genova la chiave della rivalità fra la tifoseria dell’Olympique e quella partenopea. Non a caso sugli spalti del San Paolo, nel settore riservato ai francesi, è apparso uno striscione della Sampdoria, squadra gemellata col Marsiglia. La torcida azzurra è invece abbinata a quella del Genoa, il legame e forte: gli incidenti dell’andata, sottotraccia, avrebbero questo movente indiretto.
Ma non è più tempo di pensare a questo, ai mille agenti mobilitati, alla bottiglia contro il bus dei marsigliesi. È il tempo di fare festa, di riscaldarsi le mani per Higuain che ha già fatto dimenticare Cavani e sta parlando pacato nell’intervista finale di Sky. Ripete che ciò che conta è la squadra, lui non ha il culto della (propria) personalità ed è un bene.
Benitez se lo coccola. Benitez che, come Paganini, non si ripete e non schiera mai la medesima formazione, per Higuain fa un’eccezione, il turnover non riguarda lui, sempre presente dopo l’infortunio muscolare d’inizio stagione. Come si fa a dargli riposo se continua così? La speranza degli appassionati è che un giorno si parli del Napoli di Higuain come ancora si fa del Napoli di Maradona. Con la differenza che Gonzalo è un uomo tranquillo nella vita di tutti i giorni, non fa parlare troppo di sé, se si eccettua il tuffo scellerato di Capri: ma quei punti sul mento se li è già ripresi tutti sul campo.

Fonte: Il Mattino

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