Macchina da gol, fabbrica di assist, collante di reparti. Insomma: tutto. Uno dei più moderni tra i campioni in circolazione, uno dei più completi, eclettici e folgoranti che c’è in giro. È Gonzalo Higuain l’uomo del lieto fine. Di azzurro vestito ma senza cavallo bianco, l’argentino è una specie di principe. È lui, con un gol di raccapricciante spietatezza, a tenere il Napoli in corsa per il secondo posto. Ed è su di lui che Rafa Benitez punta per coronare la rimonta sul Porto, a cui bisognerà segnare almeno due gol per passare il turno.
Higuain è ancora molto meno di Maradona, ma già qualcosa più di Cavani, che nei primi sette mesi in azzurro non aveva segnato come lui. La Gonzalo-mania impazza dopo la rete di furbizia di domenica al Torino che arriva al termine di un mese non particolarmente mostruoso per il bomber argentino: dopo la doppietta al Milan (8 febbraio), il gol al Genoa in campionato. Poi la rete allo Swansea al San Paolo in Europa League e quella alla Roma in Coppa Italia. Per un totale di 6 gol in trenta giorni. Fuori casa, peraltro, Higuain non segnava dal 21 dicembre, quando fece gol al Cagliari al Sant’Elia. Contro il Porto punta all’en-plein in Europa. In casa tra Champions ed Europa League c’è sempre stata la sua firma: con il Borussia Dortmund, il Marsiglia, l’Arsenal e lo Swansea. Sotto a chi tocca, dunque.
Il totale delle realizzazioni di questa magnifica stagione di Higuain fa spavento pensando che il fenomeno argentino è sbarcato nella nostra serie A soltanto a luglio: il totale fa 22 reti in 37 partite ufficiali. Ne ha segnate 14 in serie A (più 7 assist), 4 in Champions (e altri due assist), 2 in Coppa Italia e 1 in Europa League. Higuain c’è sempre. Sono rare le sue battute a vuoto, non si stanca, non ha bisogno di turnover. Va in campo e fa sempre il suo dovere, che è quello di segnare e far vincere il Napoli.
E in effetti in pochi macinano punti come il nostro Higuain: ha fatto 14 gol che hanno portato in dote 12 punti. L’impatto delle sue reti è incredibile: ogni volta che segna, dicono le medie, il Napoli conquista 0.86 punti. Pochi? La risposta è no. E per capirlo basta metterlo a confronto con tutti gli altri «mostri» in circolazione in Europa. Ibrahimovic, per esempio, nella Ligue 1 è già a quota 25 gol. Ma l’impatto sulla classifica del Paris Saint Germain è modesto: ogni sua rete fa conquistare «appena» 0,56 punti. La stessa media del Pallone d’oro, Cristiano Ronaldo (anche lui a quota 0,56) e meglio del suo connazionale Carlos Tevez che ha fatto 15 gol ma che hanno fruttato «solo» sette punti.
Moderno, o forse post-moderno: lo è in tutto. Nella qualità del gioco, nella duttilità dei ruoli e nell’essere personaggio. In Europa, però, non è al top nei rendimenti: al primo posto in questa speciale classifica c’è André Pierre Gignac: 13 gol fatti e 13 punti conquistati per il suo Marsiglia. Al secondo posto c’è Luca Toni: se il Verona è già salvo lo deve a questo «highlander» che ha scelto la città di Giulietta per chiudere, forse, la carriera. 13 gol fatti per 12 punti conquistati. Su un totale di 40 punti scaligeri. Sul gradino più basso del podio, il brasiliano che ha scelto la Spagna: Diego Costa: 22 gol per lui nella Liga che hanno procurato all’Atletico Madrid 20 punti. Per uno 0,91 di media gol/punti. Prima di Higuain in Europa altri due superbomber geneticamente fenomenali: Daniel Sturridge, il 23enne di origini giamaicane che gioca con il Liverpool, e il colombiano dell’Hertha Berlino, Adrian Ramos. Preso per far gol, Higuain non tradisce. E dopo Torino è sempre più l’idolo di Napoli.
Fonte: Il Mattino
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