FIRENZE – La Roma, magari solo per una notte, è a due punti e se il Napoli continuerà a vincere partite come questa di Firenze potrà presto agganciarla. Se nel calcio contassero gioco e numeri, non ci sarebbe storia. Il gioco è stato tutto della Fiorentina, i numeri di più: 69 per cento di possesso palla, 11 tiri a 2, 9 angoli a 3, 626 passaggi a 285, poi un palo e un rigore troppo chiaro che Calvarese, commettendo l’unico doppio errore della sua partita, non ha visto. Peggio, l’ha confuso con un’altra simulazione di Cuadrado e lo ha espulso per doppia ammonizione. Era il secondo minuto di recupero. Così ha perso la Fiorentina, dominando il Napoli, tenendolo sempre nel suo centrocampo, come una squadra qualsiasi, non come una delle protagoniste di questo campionato, una delle candidate allo scudetto.
Da partite così si possono trarre tanti insegnamenti, ma il primo è il più scontato, il più banale, vince chi fa gol e il Napoli ne ha fatti uno più della Fiorentina sfruttando la classe del suo miglior giocatore, Gonzalo Higuain, i cui assist sono state perle nel deserto della sua squadra. La sua forza sono state la resistenza, il carattere, l’umiltà di difendersi anche se con qualche affanno e la grandezza di un portiere come Reina, decisivo in almeno due occasioni.
NAPOLI CAPOVOLTO – Se in estate la Fiorentina ha acquistato un bomber vero come Mario Gomez era per vincere partite del genere, giocate bene, a tratti dominate, ma alla fine perse anche per i troppi errori in zona-gol. Gomez era in tribuna e davanti ai suoi occhi la Fiorentina ha messo sotto gli avversari per 90 minuti. Difficile vedere una squadra più spietata del Napoli.
Nel giro continuo di questo periodo stretto fra campionato e Champions, Benitez aveva deciso di portare Hamsik in panchina, lasciando la parte terminale dell’azione a Pandev e Higuain. Non era vita facile per loro perché il gioco li raggiungeva a fatica, erano ai margini della partita. Ma quando uno nasce con la classe, gli basta poco per rientrarci. E rientrarci da campione. E’ successo così che Gonzalo Higuain abbia piazzato due palloni d’oro per Callejon e Mertens. Il senso del Napoli capovolto, col cannoniere a fare gli assist per gli esterni. Il tiro al volo di Callejon (Compper si è fatto colpevolmente superare dalla traiettoria della palla) è stato una coltellata: mezza girata al volo, sul secondo palo. La conclusione di Mertens è stata meno spettacolare, ma la forza con cui il piccolo belga ha strappato la palla a Joaquin, per farsela restituire da Higuain con un tocco di esterno, ha meritato il gol.
ATTACCO VIOLA – La Fiorentina ha tenuto il gioco fra i suoi piedi. L’ha guidato Pizarro con Borja Valero che, lungo il percorso verso l’area napoletana trovava però un ostacolo difficile da saltare, una transenna vera e propria, quella di Behrami. Montella, per aiutare Borja, al 25′ ha spostato Cuadrado a sinistra e Joaquin a destra. Cuadrado era difficile da contenere, quando si accentrava per cercare la porta faceva paura. Così è arrivato il palo, con una botta da 25 metri. Il rigore, invece, era nato da una spinta di Fernandez a Savic su punizione di Borja Valero: è sembrata una decisione figlia del rigore di Madrid, quello di Chiellini su Sergio Ramos.
CAMBI DI QUALITA’ – Quando Benitez, a metà della ripresa, ha visto che il Napoli continuava a indietreggiare e ad aspettare la Fiorentina una ventina di metri oltre la propria area, anziché rinforzare gli ormeggi ha dato spazio alla qualità che aveva tenuto fino ad allora in panchina, prima Hamsik (fuori Higuain), poi Insigne (fuori Mertens). Puntava al contropiede. Montella in panchina non aveva le stesse risorse e la sua prima risposta è stato Vecino per Aquilani. La Fiorentina non ha mai mollato la presa, ha continuato ad attaccare e costruire azioni da gol. Rossi c’è andato vicino due volte, sulla seconda Reina ha fatto un’altra prodezza.
IN 10 – Un fallo su Matos è costato il secondo giallo a Maggio. A quel punto Benitez ha messo Armero a sinistra dietro a Insigne e lasciato Hamsik in attacco: 4-4-1. Il dominio dei viola è diventato assedio, ma il Napoli ha resistito bene, con logica, ordine e organizzazione fino al momento dello spunto di Cuadrado, steso in area da Inler. Invece del rigore, è spuntato il secondo giallo per il colombiano. Con Pizarro che ha lasciato il campo alla fine facendo il segno delle manette alla Mourinho…
fonte: Corriere dello Sport
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