Il pianto di Gonzalo dopo la grande beffa. Affaticato, deluso e singhiozzante: così è uscito Higuain dal campo. Ha atteso qualche secondo prima di imboccare la scaletta dello spogliatoio, sperando nel miracolo marsigliese. Ma in Francia s’era già consumato lo scippo, dentro il Borussia e fuori il Napoli. A quattro minuti dalla fine, si può accettare una cosa del genere ? «Non ci credo, non è possibile, non è giusto»: mani nei fianchi, le guance rosse per la fatica ma sarebbe il caso di dire che il sangue gli è salito alla testa. Higuain lancia un’occhiata al San Paolo che applaude ma lui non ascolta. Le telecamere posizionate dall’Uefa si soffermano a lungo sulla faccia barbuta del centravanti argentino, è lui la perfetta espressione della vittoria-sconfitta. Una grande dimostrazione di attaccamento alla maglia azzurra, anzi gialla, che forse era prevedibile aspettarsi da altri giocatori, non da lui. Al minuto 28 della ripresa ha fatto venire giù il San Paolo. Controllo perfetto spalle alla porta, palla a terra, piroette e sinistro a incrociare: un gol d’altri tempi, che per quindici minuti ha spalancato le porte del paradiso. Da Marsiglia arrivavano notizie confortanti, dopo la rete numero quattro in Champions, la numero undici nel totale di questa stagione, Higuain s’è rivolto alla panchina. Benitez gli ha detto chiaramente: il Borussia fa 1-1, siamo dentro. Gonzalo s’è avvicinato ai compagni di centrocampo e ha ordinato di insistere, di cercare il raddoppio: presagio sinistro, la paura che i tedeschi avrebbero segnato c’era eccome. Si sarebbe materializzata a quattro minuti dalla fine. Eppure la partita era stata disegnata bene. L’argentino s’era fatto paladino dell’impresa, aveva dettato la ricetta giusta. Cuore caldo, testa fredda: quattro parole per far capire come avrebbe dovuto giocare il Napoli. Non prendere gol, innanzitutto, tenere il pallino del gioco e poco alla volta costringere l’Arsenal a rinculare. Perché il gol prima o poi sarebbe arrivato. Addirittura anche il raddoppio ma purtroppo si era ai titoli di coda, il Borussia aveva sistemato la sua pratica, al Napoli restava la delusione e un maledetto groppo alla gola. «Abbiamo fatto tremare la miglior squadra d’Europa, usciamo con dodici punti: mai accaduta una cosa del genere. Questa serata deve darci la forza per diventare ancora più forti»: Higuain cerca di trasformare la rabbia in parziale soddisfazione. Non possiede la grande continuità di Cavani in fase realizzativi ma Higuain ha quasi scalzato l’uruguaiano dai cuori della gente: “el pipita” sta diventando l’idolo che tutti speravano. In silenzio aveva preparato l’appuntamento con la storia, convinto come pochi che il Napoli ce l’avrebbe fatta. Ha corso, lottato, segnato e pianto, chissà quante volte durante i novanta minuti avrà pensato e ripensato al messaggio trasmesso ai compagni e al popolo del San Paolo. «Ce la possiamo fare, loro sono forti ma non imbattibili». Ce l’aveva quasi fatta, due gol non sono bastati, ci voleva il terzo. Si immaginava che sarebbe stata dura ma così no, è una beffa atroce. Niente e nessuno consola ora Gonzalo, nemmeno il piccolo Insigne che lo abbraccia. Lorenzinho ha molto da imparare dai singhiozzi del Pipita. Poi nell’intervista su Sky Higuain si riprende: per la sua straordinaria rete i complimenti di Paolo Rossi e Gianluca Vialli.
Fonte: Il Mattino
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