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Higuain, il bomber che ha preso il posto del Pocho. Il rapporto Napoli-Argentina continua

Autentico, ma schivo, non stringe una mano in più del dovuto

A differenza degli altri attaccanti, lui proprio non è un tuffatore. Lo scoglio di Capri lo può testimoniare. Poco importa, per i napoletani Gonzalo Higuain ha preso il posto del sanguigno Lavezzi, più che del razionale Cavani. Perché Higuain è l’interprete della relazione amorosa più duratura del calcio italiano: quella tra il Napoli (città e squadra di calcio) e l’Argentina (nazione e filosofia di vita). A patto che gli argentini dimostrino di metterci il cuore (e il piede) e meno la testa. Un amore amplificato da una sequela inopinata di luoghi comuni che ci vogliono simili. Non è un caso che il miglior biglietto da visita per il Pipita sia stato l’endorsement di Diego Maradona che lo ha definito «un centravanti completo, un incrocio tra due grandi centravanti argentini come Crespo e Batistuta».

Autentico, ma schivo, non stringe una mano in più del dovuto, non esagera nemmeno con i selfie per conquistare i tifosi. Perché ad un centravanti così dotato fisicamente, veloce, potente, basta il campo e un certo fiuto del gol. L’ha dimostrato in tutte le competizioni a cui il Napoli ha partecipato: ha segnato durante il preliminare Champions contro il Bilbao, in Europa League, in Supercoppa a Doha, sino alla Coppa Italia.

In Italia Higuain si contende la classifica dei cannonieri con lo juventino-argentino Tèvez: 12 contro 13. E forse la Juve si sarà pentita di non averlo ingaggiato. Meglio così, per i napoletani e anche per lui. Se nel Real Madrid di Mourinho si alternava (e si contendeva il campo di gioco) con Benzema, a Napoli è l’idolo assoluto. «Questa è una città dai ritmi intensi, ed è incredibile: viene prima il calcio, poi tutto il resto. Per me, che amo questo sport, è un posto bellissimo perché la gente vive per questo, nel bene e nel male. Grazie a Dio mi hanno mostrato grande amore e questo mi fa sentire molto a mio agio», disse in una intervista. Posato questo argentino che si apre in un sorriso grande ogni volta che segna. E che nel Napoli «adulto» di Rafa Benitez fa davvero la differenza.

Fonte: Corriere del Mezzogiorno

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