Ancora una delusione, l’ennesima. Higuain sembra perseguitato da un destino beffardo. Mai un momento di gioia autentica. Semifinali di Champions perse con il Real Madrid, qualificazione agli ottavi con il Napoli sfuggita per differenza reti, finale mondiale persa per mano della Germania non più tardi di un mese fa. Ci mancava anche lo stop casalingo con l’Athletic Bilbao con lo spettro di un’eliminazione che avrebbe il sapore di una beffa. Ecco spiegato il silenzio davanti a microfoni e taccuini del Pipita al termine della sfida con i baschi. Un silenzio amaro quanto rabbioso. Lo sguardo triste e perplesso di chi si starà chiedendo cosa ne sarà del suo futuro immediato. Prima della gara era incuriosito dalla coreografia messa in atto dai tifosi della curva B in memoria di Ciro Esposito. Durante la gara cercava invano un partner che dialogasse con lui nella stessa lingua calcistica. Macché. Neanche Josè Callejon sembrava ispirato. Solo quando è subentrato Mertens ha cominciato ad intravedere qualche pallone giocabile negli ultimi venti metri. E neanche quel gol da cineteca, frutto di un’invenzione geniale, era servito a riportargli lo straccio di un sorriso. Il Pipita voleva vincere quel primo round di play off per accedere alla Champions League. E non vi è riuscito. Sa bene che al San Mames, tra sette giorni, farà caldo e sarà vietato sbagliare. Sa bene che il Napoli se non dovesse tornare quello brillante di un tempo avrà vita dura. E sa anche che l’organico non è stato potenziato come magari lui si sarebbe aspettato. Un campione perplesso, quindi, ed anche un po’ sfiduciato. Resta, però, la corsa ad un qualcosa che lo appaghi sul piano professionale; resta la forte motivazione di voler recitare da protagonista su di un palcoscenico importante. «Ora pensiamo al ritorno. Io voglio partecipare alla Champions League; il Napoli deve partecipare alla Champions», ripeteva martedì notte nel ventre del San Paolo con quella faccia ancora intrisa d’amarezza e di rabbia. Per Higuain non ha senso restare fuori dalla competizione europea più prestigiosa. Bastano ed avanzano le lacrime versate al termine della gara con l’Arsenal quando per un soffio sfuggì la qualificazione nel girone lo scorso anno. E basta ed avanza quella sconfitta patita nella finale del Mondiale. Il Pipita ha fretta di vincere. Ha voglia di sorridere. E’ stanco di ingoiare pillole di amarezza. Vuole puntare a qualcosa di gratificante per la sua carriera. E vorrebbe farlo con il Napoli, pur sapendo che non bastano un De Guzman o un Michu per elevare il tasso qualitativo dell’organico. Ormai si sente legato alla maglia azzurra. Ma domani? Higuain ha ventisei anni, si trova nel pieno della maturità tecnica per un attaccante. E pur in presenza di un contratto potrebbe chiedere di cambiare aria se notasse crepe nel progetto. Nel frattempo si concentra al presente e cerca di guadagnare quella condizione che ancora latita avendo ripreso in ritardo. Sette giorni ancora potrebbero aiutare. Confidando peraltro in quella tradizione che neanche martedì sera è venuta meno: in undici sfide con l’Athletic Bilbao ha realizzato nove gol. Manca il decimo e, chissà, anche l’undicesimo per coronare il sogno più ambito: quello di esibirsi in Champions, il palcoscenico più congeniale ad un campione come lui.
Fonte: Corriere dello Sport
Condividi:
- Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per condividere su Ok Notizie (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per inviare un link a un amico via e-mail (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pinterest (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pocket (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Tumblr (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su LinkedIn (Si apre in una nuova finestra)
- Altro