Delizie tecniche, assist e anche un rapporto sempre più intenso con il pubblico di Napoli. Pur senza segnare Gonzalo Higuain si è confermato anche ieri il nuovo idolo del San Paolo. La standing ovation ricevuta a 14’ dalla fine, quando è uscito per fare spazio a Zapata, è la dimostrazione dell’amore dei napoletani per l’argentino. Aveva finito, come la sua squadra, battendo nettamente l’Inter grazie anche alle sue prodezze. È ripartito, dopo la pausa natalizia, meglio di prima, anche se il gol tanto invocato non è arrivato.
Sette scatti per fotografare la partita di Higuain (con le nuove scarpe verdi) contro la Sampdoria: al 9’ il primo illuminante filtrante per Mertens (che concluderà tra le braccia di Da Costa) tra i cori dello stadio. Al 10’ la disperazione per la botta al volo a colpo sicuro respinta da Da Costa. Poi le due rasoiate, due tiri-cross non raccolti per questione di attimi da Mertens prima e da Callejon poi. Nel secondo caso c’è stato un bis dello straordinario assist di esterno per il gol dello spagnolo contro la Fiorentina: dribbling secco su Mustafi e lancio di esterno destro per Josè, che stavolta è arrivato in ritardo. Lo show di Higuain, tunnel a Gastaldello, dribbling in punta di piedi, ha avuto il suo compimento al 53’, quando ha sfoderato l’assist perfetto per il vantaggio azzurro. Un’accelerazione con cross radente che è ormai quasi un suo marchio di fabbrica. Del resto l’argentino ha stupito tutti per la capacità di offrire assist ai compagni: con quello di ieri ha raggiunto quota 7 in stagione, 5 dei quali in serie A, primo nel Napoli e nono in campionato.
Dopo l’ennesima prodezza il pubblico ha iniziato a invocare un suo gol: «Gonfia la rete, Gonzalo gonfia la rete» ha cantato la curva, laddove dai Distinti è emerso l’urlo: «Higuain! Higuain!» certificando un amore ormai indiscutibile. L’unico neo della partita il cartellino giallo del 43’, che lo mette in diffida: Higuain ha protestato per un fallo fischiato a Dzemaili. Non era nervoso, aveva semplicemente voglia di segnare. E quando, al 70’, ha caricatoo il pubblico, il boato per lui è diventato assordante. Quaranta secondi, invece, l’applauso scrosciante al 76’, quando ha lasciato il campo. Cavani, straordinario e unico, è dunque già un ricordo, come lo sono i tanti milioni (38) spesi per portarlo in azzurro: la classe di Higuain ha conquistato Napoli e i napoletani, è lui il condottiero che può riportare il Napoli in Champions League e cullare sogni di gloria in Europa. Del resto sin qui il suo rendimento è altissimo: 13 gol e 7 assist tra serie A e Champions in 22 gare (20 delle quali da titolari), una rete ogni 129’, la percentuale di 84% di passaggi riusciti, 23% di realizzazione in campionato. Numeri che possono crescere, ora che l’infortunio è un ricordo e che l’amore è scoccato. «Non mi sono mai pentito di essere venuto a Napoli, qui mi sento amato – ha riferito qualche giorno fa – la città vive di calcio e io avevo bisogno di fiducia. Sono qui per scrivere la storia». Per ora sta scrivendo una bellissima storia d’amore.
Fonte: Il Mattino.
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