BOLOGNA – Se non ci fossero bisognerebbe inventarli: perché in quel pomeriggio d’una giornata che poi si trasforma «da cani», il marchio di fabbrica del Napoli (ma va!), resta quello della perfida, dolcissima e anche diabolicissima coppia Callejon-Higuain. Fanno (quasi) tutto loro, pure stavolta: si prendono il Napoli sulle spalle, se lo trascinano al di là del vuoto pneumatico d’un primo tempo da brividi, lo riconsegnano incollato alla Roma e dunque in Champions…
VERO NUEVE – Cose da pazzi, verrebbe da dire: perché il cosiddetto falso nueve, che sarebbe Higuain, fa cose da fantascienza, spostando il pallone e gli avversari, palleggiando e poi andandosene sul dischetto, segnando la sua decima rete in campionato (e altre quattro in Champions) e, incurante di ciò, ispira poi la randellata del 2-1, armando il contropiede che sembra quello «fatale» proprio del «compare».
CHE BOMBER – E poi c’è dell’altro, perché intanto è la somma che fa la differenza è José Maria Callejon, mentre braccia al cielo si lascia sommergere dall’euforia del Napoli che gli salta addosso, mostra di sapere come si colpisce un pallone: la nona rete in campionato (e altre due in coppa Italia mercoledì; e poi due in Champion) è un ennesimo capolavoro, perché dimostra la padronanza della tecnica di base e sottolinea la capacità di domare il corpo e dominarlo. La freccia azzurra che travolge la corsia di sinistra del Bologna è in quell’omino specialissimo che arriva a velocità supersonica, sfila via sull’acqua e poi, pam, impatto, collo pieno, per cercare l’angolo lontano di Curci.
LO SHOW – Callejon, di nuovo lui: quello che quattro giorni fa, quando ha visto il pallone provenire da lontano, sul cross a scavalcare di Reveillere, ha piegato se stesso, e con una volée è andato ad esaltare le proprie capacità. Quello che per una partita intera garantisce anche la fase di copertura, dunque fa il matto in su e in giù per la fascia, quello che non si risparmia e nel primo tempo tenta il pallonetto con un colpo di testa dopo aver evitato la trappola del fuorigioco: quello che è costato appena otto milioni ed ottocentomila euro, quanto si spenderebbe per un comunissimo calciatore, forse anche un po’ mediocre, e che invece sta provvedendo a capitalizzare quell’investimento raddoppiandolo almeno e magari anche triplicandolo.
PIPITA – E poi sempre Higuain, che magari non viaggia ai ritmi del matador, ma che incide eccome, perché lui sforna gli assist – siamo a sei in campionato – e gioca per la squadra, ha una visione totale del campo e del calcio. Si scrive Higuain, si riscrive Callejon e vengono fuori ventinove reti. Perché se non ci fossero bisognerebbe inventarli ma visto che ci sono andrebbero quasi clonati (assieme).
Fonte: Corriere dello Sport
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