«Il Pipita è un gran colpo che abbiamo potuto mettere a segno grazie alla cessione di Cavani”– ha dichiarato Rafa Benitez – “il Napoli non ha debiti, è sano e ha raggiunto tanti risultati anche economici, e se è vero che la squadra di Careca e Maradona era fortissima, qualcuno dimentica che prima dell’arrivo di De Laurentiis il club era in grande crisi: per mantenere l’equilibrio è ovvio che non si può spendere tanto per cartellini e stipendi» .
PASSATO AMARO – Anche all’Inter la questione mercato, secondo lui, risultò decisiva: «Non fu rinforzata la squadra e non furono fatti investimenti, come invece si disse, eppure vincemmo due coppe. Era una situazione impossibile, non c’era alcun tipo di appoggio: la gente ricorda diversamente, però da quando sono andato via sono passati tre anni e sono stati spesi molti milioni sul mercato, eppure i nerazzurri sono ancora in difficoltà» . Un conto ancora aperto. «A Napoli, invece, da allenatore noti molta più ambizione e motivazione. A tutti i livelli: il presidente vuole che la squadra abbia un appeal internazionale» .
IL PUPILLO – E’ tutto spagnolo quello di Josè Maria Callejon. Uno dei misteri del calcio iberico: per meglio dire, l’arcano è come non sia ancora stato convocato in Nazionale da Del Bosque. Giocatore totale, completo, super: «Segna, sa giocare a calcio, ha grandi doti atletiche» . Facile dirlo per Rafa: è lui che l’ha voluto in azzurro. «Sin dall’inizio gli ho sempre detto che se avesse lavorato come sta facendo, avrebbe avuto molte possibilità di arrivare in Nazionale: tempo fa sollecitai lo staff della Spagna a seguirlo, e mi risposero che, essendo protagonista di una grande stagione, lo stavano già facendo. E’ un giocatore completo, prezioso, che ogni allenatore vorrebbe: fa gol, sa giocare, ha doti atletiche» .
CASA SPAGNA – Tanto per stare in tema iberico, Benitez conferma anche il collegamento diretto tra Napoli e il mercato di casa sua: «Siamo sempre attenti, c’è tanta qualità e i prezzi si sono abbassati per le difficoltà delle società. E’ ovvio, però, che per spendere dipendiamo molto dalla gestione economica del club, che a sua volta dipende dai risultati del campo. Qui non c’è un presidente che investe improvvisamente cento milioni, ma si cerca di mantenere l’equilibrio senza perdere forza: quest’anno il lavoro è stato molto buono, perché il tasso tecnico della rosa è più elevato e siamo riusciti ad abbassare il livello medio d’età. Cercheremo di continuare in questa direzione» .
IO, DIEGO E IL GIALLO – Lui, invece, s’è mosso nel buio, anzi nel silenzio, alla vigilia della semifinale con la Roma: mercoledì, infatti, Rafa ha nascosto la presenza di Maradona. «Io sapevo che sarebbe venuto al San Paolo, eppure ho preferito non dire nulla alla squadra per evitare cali di concentrazione: mi sono limitato a chiedere a Higuain chi fosse il suo idolo!» . Un giochino. A proposito: ha parlato con Diego? «Non, non ci sono riuscito: la passione dei napoletani è infinita, e considerando che i tifosi presenti erano tantissimi, per ragioni di sicurezza non è stato possibile avvicinarlo» . E’ possibile, invece, svelare il motivo della maglia gialla: che fino hanno fatto gli azzurri? «Semplice: a Napoli la scaramanzia è fondamentale, e considerando che con questa maglia abbiamo ottenuto buoni risultati, continueremo a indossarla finché porterà fortuna» . Evviva i gialli.
Fonte: Corriere dello Sport
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