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Higuain: “Doha ci ha dato autostima, adesso battiamo di nuovo la Juve”

"La Supercoppa ci ha dato autostima, da ora in poi solo finali"

Volevate Higuain, eclissatosi per un po’ (all’asciutto dal 23 novembre al 22 dicembre) ed avete avuto Higuain, perché il calcio – nella sua espressione pura – ha bisogno d’un talento del genere, della sua famelica ispirazione, d’una voracità che è assecondata da uno stile più unico che raro e dall’autorevolezza che rende leader nell’anima: due gol alla Juventus (e poi rigore nella serie) e due al Cesena (ed assist per Hamsik), perché il bianconero deve in qualche modo appartenergli. «E proveremo a vincere anche domenica».

ECCOLO LA’. Oh, Madame: s’intravede la sagoma, se ne scorge la presenza (quasi) fisica: è già Napoli-Juventus, persino prima che cominciasse la sfida al Cesena, però poi dopo, quando è finita, se ne può parlare liberamente. Oh «Vecchia Signora»: sembra d’intravederla, tra i fumi della fatica, in quello stanzone che festeggia con sobrietà il 4-1 e la conferma al terzo posto con la Lazio, e semmai non ci fosse, c’è sempre un modo per immaginarsela in quella che – impossibile negarlo – è la madre di tutte le partite, però anche il padre e lo zio e il nonno. Napoli-Juventus, oh: manco il tempo di godersi la seconda doppietta stagionale, lo scettro don Callejon di coppia più bella del gol (in campionato) e sembra già domenica 11 maggio, con ciò che comporta intrufolarsi in quel match. «Io sono felicissimo per i tre punti e stavolta era importantissimo vincere per presentarci con un bel po’ di autostima in più alla sfida con la Juventus. Da questo momento in poi saranno tutte finali e vogliamo farcela anche contro i bianconeri».

IN RAFA. Cesena 1 e Napoli 4, nel segno di Higuain, dodici reti stagionali, trentaquattro «partenopee», graffi sulla pelle di chiunque ed un bulimico interprete del ruolo di centravanti, uno spessore e una autorevolezza da affascinare le partite e di dominarle dall’alto. Ma questa è una parentesi e quei cinque mesi che rappresentano l’orizzonte tecnico chiedono altro ancora, non distrazioni, non argomenti resi «fatui» dall’espressione lieve del «pipita» quando compaiono le allusioni sul futuro di Benitez e le possibili controindicazioni ispirate dall’incertezza. «Vedremo se saremo condizionati dalla situazione contrattuale del mister. Io dico semplicemente che dobbiamo soltanto lavorare, poi la decisione spetterà a Benitez e soltanto a lui».

TANGO. Ma, piaccia o no, questa Cesena-Napoli è evaporata immediatamente e adesso è Higuain-Tevez, è un derby argentino, è una partita nella partita, è una domenica straordinaria, è un evento, è la rivincita di Doha è tutto assieme, mica un’ora e mezza qualsiasi. «Una bella sensazione: siamo reduci da un successo importantissimo, quello in Supercoppa contro un’avversaria di assoluto valore, e dà questo colpo che aiuta il morale e la classifica. Bisogna continuare così, in tranquillità: io sono sempre stato sereno, la condizione ci aiuta e il 4-1 è un regalo ai nostri tifosi che ci sono stati vicinissimo anche stavolta. E non pensiamo al terzo posto o ad altri scenari: giochiamole tutte come se fossero finali». Doha, Cesena… la Juventus.

Fonte: Corriere dello Sport
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