Ritrovarsi dentro un’aria frizzante che annuncia il Natale, aria pura che ti viene voglia di sgranocchiarla per quanto invita all’ottimismo, a pensieri lieti per il futuro. Gonzalo Higuain ne è rinfrancato e torna a far gol su azione in campionato dopo 70 giorni di digiuno (tra il gol a San Siro contro il Milan e quelli di ieri alla Lazio in mezzo ci sono stati comunque i due rigori al Torino).
«Sono contento per la vittoria, non per i miei gol. Sono felice perché nonostante qualche critica di troppo, io ho continuato a sentire la fiducia dei tifosi e del mio allenatore. E ho continuato a lavorare sodo in attesa di ritornare a segnare». La doppietta di ieri all’Olimpico, la terza della stagione, consente all’ex Real di scollinare quota 150 gol nella sua carriera in Europa. Ne ha fatti per l’esattezza 151. Finora l’argentino ha segnato 107 gol nella Liga, 11 in Champions, 4 in coppa del Re e 2 nella supercoppa spagnola. In più ci sono 15 gol con il River Plate e 20 in Nazionale. E adesso è a quota 7 in serie A. «No, non sono i gol quelli che mi interessano. Sono le vittorie del Napoli. Questo è l’unica ragione che mi rende felice».
Dopo tre ko consecutivi il Napoli torna alla vittoria e riabbraccia il Pipita che quando è forte sulle gambe – come ieri all’Olimpico – è sempre un fattore vincente: «Manca ancora molto alla fine del campionato, quello che a noi importava era continuare a rimanere vicino al top: non potevamo perdere altro terreno dalla vetta della classifica e la missione è compiuta perché la strada è quella giusta». Higuain mette al tappeto una Lazio che parte bene ma è troppo tenerella quando si inizia a fare sul serio. Serata quasi perfetta, di potenziale rinascita per il fenomeno argentino. «La verità? Sapevamo che questa è una partita importante e per questo siamo felici. Ci aspettavamo e volevamo una grande reazione dopo la sconfitta con il Parma e a Dortmund. E questa cosa ci rende davvero felici. Siamo una squadra vera».
Non fuoco sacro né arrembaggio né chissà cosa, ma la voglia c’è, la corsa pure, l’intensità quasi. Higuain ha stregato tutti. «Forse da noi ci si aspetta ancora tanto: nessuno deve dimenticare che questo è un progetto nuovo, con un allenatore nuovo, giocatori nuovi e modulo nuovo. La stagione è ancora lunga e noi abbiamo ancora tantissimi margini per crescere ancora. Io sono soddisfatto». Un modo per dire: pazienza, pazienza, pazienza. Dato che nel mondo reale non esistono bacchette magiche o pozioni miracolose è chiaro che il nuovo Higuain è frutto di un piano di lavoro ben preciso.
«Io resto sempre tranquillo e sereno, soprattutto se sento la fiducia del mio allenatore. E non c’è mai stato un momento in cui Benitez mi ha messo in discussione». La Lazio è schienata, distrutta dalla sua doppietta scaccia-crisi. «Bisogna andare avanti senza fermarsi e senza pensare troppo ai passi falsi. Possono capitare, la strada in questo campionato è ancora lunga e il bilancio fino ad adesso è sicuramente positivo». È un Pipita possente, quello ammirato contro la Lazio: scatta come ai bei tempi, pressa e ruba palla, piazza un paio di lunghi possenti su un campo. Il Napoli torna a vincere dopo un mese di digiuno e lui torna a fare gol. Una bella coincidenza.
Fonte: Il Mattino
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