Un prodigioso spettacolo. L’ultima tripletta alla Lazio al San Paolo l’aveva segnata Cavani, tre anni fa. E la penultima un tale, Diego Armando Maradona, nel febbraio del 1985, facendo gol persino su calcio d’angolo. Higuain ha tutto, proprio tutto, per essere un predestinato. Anche questo. Il prossimo obiettivo, dunque, sono il Pibe de oro e il Matador. Sempre più in alto. Gli unici che con la maglia del Napoli hanno vinto una classifica dei cannonieri della serie A. Sempre più in là, mettendo a fuoco e saltando nuove barriere. Il talento di Gonzalo Higuain, la sua fantasia, la sua capacità di prendersi il Napoli sulle spalle e dribblare gli avversari, la sua fame di gol e di gloria sono inarrestabili. C’è qualcuno che adesso al Napoli sogna ancora il sorpasso alla Juventus: questo qualcuno è proprio Higuain che ha 17 reti mentre il suo rivale numero uno nella corsa al trono dei gol, Tevez, ne ha uno in più. Il Pipita contro l’Apache. «Sì, mi farebbe piacere vincere la classifica dei cannonieri, ma solo perché segnando tanti gol posso aiutare il mio Napoli a fare più punti in classifica», spiega sornione Gonzalo. Ha fatto meglio anche di Maradona che, nel primo anno napoletano, si fermò in campionato a quota 14 (ma le gare erano trenta). Lui, però, non è Diego. Lo sa bene per primo proprio il Pipita. Spiega. «Non ero in crisi, l’unica differenza tra la gara con la Lazio e le altre è che la palla è entrata. Ma io anche ieri ho giocato con lo stesso impegno e la stessa voglia di sempre». 367 minuti senza fare gol. Una infinità. La prima tripletta con la maglia del Napoli: non ne realizzava una dal 15 ottobre del 2011 quando con il Real Madrid fece un «hat trick» al povero Real Betis. «Sono felice, ma non dovevo dare nessuna risposta a Benitez. So di avere la sua fiducia». Tre gol, d’altronde, come ipotetica risposta, possono decisamente bastare. Higuain non aveva affatto gradito certe cose che erano accadute nella gara con il Parma. Con la Lazio, nella domenica delle Palme, è rinato (sarebbe facile fare della allusioni alla resurrezione). Ma quando Higuain gioca e segna così, rimpiccioliscono tutti al suo cospetto. Il Pipita illumina e oscura. Perché il calcio è un mistero semplicissimo: chi ha i fenomeni, vince. E Gonzalo è come un adulto in un campo di bambini. Al Napoli sanno bene che in certe gare basta assecondarlo, seguirlo e lasciarsi trasportare. Tre reti in mezza partita. Sotto gli occhi del papà Jorge, «il Pipa» originale, e del fratello Nicolas da qualche giorno a Napoli per stare vicino al bomber argentino in crisi di astinenza da gol (non segnava dalla trasferta di Torino, il 17 marzo). Per Higuain 25 gol in 44 presenze in questa meravigliosa prima stagione al Napoli: è il secondo rendimento nella storia azzurra, alla pari di Vojak ed alle spalle soltanto di Cavani (32). Pipita, dopo il rigore trasformato, ha mostrato una maglia con l’immagine di Giuseppe Feola, lo sfortunato atleta di San Marco Evangelista che è moroto qualche giorno fa in un incidente stradale. Gonzalo ha alzato al cielo una maglia con la sua foto e con la scritta «ciao Giuseppe». Una tripletta alla Lazio. Come Cavani, in un’altra domenica di aprile. Su Twitter, al termine della sua giornata speciale, posta poi il pallone che si è portato a casa con le firme di tutti i compagni. Secondo la tradizione inglese. Il quarto uomo, Di Liberatore, ha provato a sottrarglielo. Ci ha pensato Inler ha strapparlo quasi dalle mani dell’arbitro. Che, poi, a capo chino, ha dovuto prenderne atto.
Fonte: Il Mattino
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