VIVACITA’. La fase di decollo è lenta, viene frenata dal fuorigioco di David Luiz (8’) che esalta la parabola su punizione di Lavezzi però sotto l’ombra della bandierina (alzata) del guardalinee per il vantaggio annullato. E allora diviene calcio d’autentica fattura tattica. La rapidità di Koulibaly è il «fattore» e la capacità del francese di sopraffare Cavani o chiunque altro diviene l’elemento essenziale d’un avvio – diciamo così – giudizioso. Ma intanto Gargano si concede, Jorginho si scuote e Hamsik va a scegliere le zone di competenze con godibile ispirazione. Il sinistro di Insigne (21’), sporcato da Marquinhos, è la scintilla che si perde per un po’ nella serata, poi riaccesa da Hamsik (38’) «murato» da Marquinhos e pure da Zapata che trova Cabaye sulla linea a negargli una piccola ma palpabile gioia.
GLI APPLAUSI. Quando il Napoli e il Psg si sono scongelate, il San Paolo ha qualcosa da gustare: l’Hamsik che t’aspetti è ancora lì, nella sua zona preferita, gli viene lasciato un sinistro (42’) sul quale serve un Sirigu buono pure per gli obiettivi, con il suo volo fotografico. Il laboratorio è aperto per ferie e Benitez butta dentro ciò che gli serve per sperimentare ed è scritto nelle tenebre che debba consumarsi – e definitivamente – il passaggio del testimone da Cavani (già negli spogliatoi) e quel pipita che ha un carisma contagioso. La ripartenza fulminante brucia l’erba, stordisce il Psg, consente a Higuain di mandare Insigne alla battuta: Douchez riesce a smanacciarla, tenendola però lì, dove c’è un rapacissimo uomo dei sogni che sa come scacciare via le paure per quel che sarà il 19 agosto. E’ (comunque) la notte delle stelle e Ibra non se la sente di starsene defilato: è appena entrato, scorge il pallone respinto un po’ così da Rafael e fa quel che gli riesce meglio, l’1-1. C’è un desiderio palpabile di certezze e il Napoli-2 sembra più «attivo» del proprio predecessore: Inler entra d’impatto, Mertens va e Insigne (23’) s’imbatte ancora in Douchez. Ma la sessione è illuminante per Benitez, che può apprezzare i miglioramenti atletici dei singoli e (pure) l’assolo strappapplausi di Pastore, capace di lasciar sul posto l’inedita difesa dell’estate e di lucrare su intempestivi (31’) palleggi in disimpegni. C’è più Psg nel finale e Britos ma anche Andujar sono reattivi, contengono, reggono e forse a quel punto, ormai, c’era già solo posto per l’Athletic Bilbao.
PSG (4-3-3): Sirigu 6,5 (1’ st Douchez 6,5); Aurier 6 (32’ st Van der Wiel sv), Thiago Silva sv (12’ pt Marquinhos 6), David Luiz 6 (32’ st Camara sv), Maxwell 6 (32’ st Digne sv); Chantome 6 (14’ st Verratti 6), Cabaye 6,5 (14’ st Thiago Motta 6), Matuidi 6,5 (25’ st Bahebeck sv); Ongenda 5,5 (14’ st Pastore 7), Cavani 6 (1’ st Ibrahimovic 6,5 ), Lavezzi 6 (18’ st Lucas sv). Allenatore: Blanc 6,5.
ARBITRO: Damato di Barletta 6. Assistenti di linea: Posado e De Pinto.
MARCATORI: 6’ st Higuain (N), 9’ st Ibrahimovic (P), 31’ st Pastore (P)
NOTE: Angoli 5-5. Spettatori 53.780 per un incasso di 754.866,00.
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