NAPOLI – Quando Benitez gli parlò di Napoli, lui già sapeva della città e del club. Vi era stato Maradona, il suo idolo da bambino ma anche l’allenatore che gli aveva spalancato le porte della Nazionale. «Vengo, a patto che si costruisca una squadra vincente e si giochi in Champions», rispose, lasciando il Real Madrid dove aveva segnato sedici gol, nonostante la presenza di tanti big, da Cristiano Ronaldo a Benzema. Gli ultimi tre gol con i blancos realizzati proprio nelle ultime tre partite di un campionato che ancora una volta l’avevo segnalato ai box per un problema muscolare (dall’undicesima, alla diciassettesima giornata).
AMORE A PRIMA VISTA. Con il Napoli, l’impatto di Higuain fu folgorante, così come con la tifoseria. Un amore a prima vista. Ed il 31 agosto il Pipita era andato già in gol, a Verona, in casa del Chievo. Fu quella la prima di una lunga serie di vittorie in trasferta. Concesse il bis in casa, con l’Atalanta, e poi di nuovo al San Paolo con il Borussia in Champions, quindi a San Siro con il Milan. Una partenza scoppiettante. Forse fin troppo, tanto che dopo due prestazioni opache (Sassuolo e Genoa) accusò già i primi fastidi muscolari. Una presenza così importante nello scacchiere tattico di Benitez da non poter riposare come avrebbe dovuto. Ma Higuain, ben gestito dallo staff sanitario del Napoli, recuperò gradualmente, realizzando una doppietta al Torino, un’altra in casa della Lazio e poi contibuì alla vittoria sull’Inter ed ai pareggi in casa del Cagliari e del Bologna. Fu grazie ai suoi spunti negli ultimi venti metri ed alle folate di Callejon che il Napoli si rimise in carreggiata in campionato anche se alla fine venne mancata la qualificazione diretta in Champions. Higuain mancò di continuità così come sta venendo meno in questa stagione. Rispetto a Cavani possiede più tecnica, più intelligenza tattica ma è meno forte sul piano fisico. Nella scorsa stagione, nonostante avesse saltato la trasferta di Livorno (squalifica per somma di ammonizioni) e le ultime tre per un nuovo infortunio, il suo bilancio fu altamente positivo: diciassette gol e sette assist in campionato; quattro gol e due assist in Champions; un altro in Europa League e due reti ed un assist in Coppa Italia, quel trofeo che anche lui alzò al cielo nello stadio Olimpico di Roma dopo aver fornito ad Insigne l’assist per il due a zero.
Fonte: Corriere dello Sport
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