Quella sera fu black out. Un corto circuito. Il buio in attacco. L’unica scia, illuminante, la lasciò Antonio Cassano. Ma nell’altra area di rigore. Avanzò palla al piede, indisturbato o quasi, lanciò uno sguardo al palo lontano e di destro la mise preciso. Napoli-Parma 0-1. Neanche un gol fatto. Non era mai accaduto, e non sarebbe più successo. Segna sempre il Napoli a Fuorigrotta. Spesso li prende. Però li fa, e tanti. Diverte, fa spettacolo, gioca. Fa gol. Trentatré totali tra Coppe e campionato in appena quattordici partite. Più di 2,3 di media ogni 90’: numeri da record. Forse già da aggiornare. Stasera è campionato Arriva il Chievo, e non è mai finita 0-0.
LA CARICA – Napoli all’attacco. Per mentalità, atteggiamento tattico e qualità. Precisione e palleggio. Le statistiche sono una traccia dell’idea di calcio di Rafa. Più del settanta per cento di passaggi riusciti, supremazia fissa nel possesso e velocità di manovra. Benitez non trascura nulla. Neppure il prato del San Paolo. Lo vuole rasato. Quanto più possibile e consentito dai regolamenti. I giardinieri sono fondamentali come un centrocampista dai piedi buoni che fa girare la palla e la squadra. E quelli del Napoli sono impeccabili.
Tutto per vincere. E far gol. Il tiki taka napoletano, la filosofia: a noi il pallone e sempre una rete più degli altri. Pure se poi, e accade spesso, l’azione decisiva è quella in contropiede: Napoli sorprendentemente primo nella classifica dei gol segnati in ripartenza, otto.
I NUMERI – Il gol, comunque. In ogni modo e chi lo fa. Non sono tanti. I bomber azzurri un’oligarchia con palazzo del potere nei sedici metri. Otto appena quelli che hanno esultato al San Paolo. Gli altri li hanno soltanto abbracciati. Higuain e Callejon i due capocannonieri: otto centri a testa. Hamsik secondo: 4 reti e in casa il crac al piede che l’ha fermato. Pandev, Mertens e Dzemaili seguono a tre. Insigne 2, Inler 1.
Ventitré gol fatti in campionato, sette in Champions, tre in Coppa Italia. Emozioni, gesti e storie da raccontare. Tutti uguali per chi li fa, pure se ci sono quelli speciali. Che restano. E si ricordano. Callejon il primo goleador di stagione a Fuorigrotta. Primo in tutti i sensi. Prima rete di squadra e ovviamente per lui in azzurro. Cinquantamila in estasi e Bologna battuto. Impossibile dimenticare. Come quello meraviglioso all’Atalanta in Coppa, di volo e potenza. E quello triste e inutile all’Arsenal. Pallonetto maligno, giusta la misura, ingiusta l’eliminazione. Momenti unici. Sempre e comunque. La punizione di Insigne al Dortmund un arcobaleno nella notte. Pallone e portiere in rete. Quel poveretto di Langerak ci rimise anche un dente: si allungò, ci provò e si schiantò nel palo. L’incisivo a terra, il morale alle stelle. Di Insigne, ovvio. L’urlo Champions una festa. Come i gol del Pipita. Higuain centravanti di coppe e di campioni. Borussia, Marsiglia e Arsenal tutte trafitte. Poi i due rigori al Torino, il destro all’Atalanta, e col mancino all’Inter di Mazzarri. Otto reti al San Paolo, otto delle quattordici stagionali. Il primo in assoluto? Al Chievo. Che piacere rivedersi…
Fonte: Corriere dello sport
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