Dei quarantasette gol realizzati dal Napoli, ben trentasette sono stati messi a segno dagli attaccanti. Ma solo quattro di loro giocano quasi sempre. E’ il poker d’assi nelle mani di Rafa Benitez: Higuain, Callejon, Hamsik e Mertens. Gli altri due, Pandev ed Insigne che pure hanno dato un contributo importante tra campionato e Champions League ruotano indifferentemente. Sei elementi, di cui tre arrivati con la gestione del tecnico spagnolo (Higuain, Callejon e Mertens), capaci di organizzare una giostra impazzita nella metà campo avversaria. Sei calciatori così eclettici da potersi alternare a vicenda ed occupare qualunque ruolo dell’attacco.
HIGUAIN – Lui rappresenta l’asso di cuori tra le mani di Benitez. Gonzalo Higuain a Napoli ha trovato tutto quello che cercava a Madrid: un progetto che ruota intorno a lui, il calore della gente, la stima dello spogliatoio, la fiducia incondizionata dell’allenatore. Ed è esploso in brevissimo tempo: dodici gol in campionato, quattro in Champions League, due in Coppa Italia. Non solo, ha anche spazzato via l’ombra, pur ingombrante, di Edinson Cavani.
Oggi Higuain è rimpianto persino a Madrid. C’è chi ha ritenuto frettolosa la sua cessione, nonostante i Blancos abbiano intascato ben quaranta milioni di euro da De Laurentiis. A favore del Pipita gioca la carta d’identità e quel suo modo di interpretrare il ruolo della prima punta. Un’interpretazione moderna ed efficace. Movimenti sempre finalizzati a situazioni di pericolo nell’area avversaria, che sia il bersaglio personale oppure un assist per i compagni. Higuain sta sorprendendo per intelligenza tattica e giocate da campione vero. E’ stato lui a trascinare il Napoli nelle vittorie più importanti: con l’Olympique e l’Arsenal in Champions League nelle gare di ritorno; con il Torino, la Lazio, l’Inter e il Milan in campionato; ancora con la Lazio e poi con la Roma in Coppa Italia. Con diciotto reti complessive in cinque mesi, Gonzalo Higuain ha conquistato già la scettro di trascinatore del Napoli di Benitez e in Argentina prevedono un grande mondiale da parte del Pipita, entrato nella piena maturazione tecnica, esaltandosi progressivamente nel tempio che fu del suo profeta, Diego Armando Maradona.
CALLEJON – Fu il primo nome che Rafa Benitez indicò ad Aurelio De Laurentiis nella lista degli acquisti. «Prendetemi quel giocatore del Real Madrid. Fate di tutto per prenderlo, so io quanto sia in grado di dare in ogni zona del campo», disse Don Rafa al presidente del Napoli e a Riccardo Bigon. Ne conosceva il valore. L’aveva visto crescere nelle giovanili del Real e non l’aveva più perso di vista. Benitez sapeva che Callejon, pur impiegato da jolly da Mourinho in diverse partite, fremeva per trovare un club che lo impiegasse in pianta stabile e lo facesse sentire importante. Spuntò quindi il Napoli e il tecnico spagnolo non osò a dichiarare che quel calciatore piuttosto sconosciuto, dai capelli alla Rodolfo Valentino, sarebbe arrivato in doppia cifra nel campionato italiano e con la maglia azzurra: « Ora punto a fare 20 gol, poi sogno il mondiale con la Spagna. Higuain? Nessuno in serie A decide le partite come lui. Benitez è un grande allenatore, un vincente. Fare felice Maradona è stato bellissimo» ha detto lo spagnolo ai microfoni di Sky.
Per adesso Josè Maria Callejon ha collezionato nove gol in campionato, due in Champions League, tre in Coppa Italia. E particolare curioso: quando entra lui nel tabellino dei marcatori, il Napoli vince sempre (una volta sola è finita in parità (a Bologna). Ma la caratteristica che piace di più a Benitez è quell’attenzione che Callejon mette alle due fasi di gioco, offensiva e difensiva. Un giocatore dinamico, determinato, lucido in zona gol. Al Napoli venne a costare meno di dieci di milioni di euro. Oggi ne vale perlomeno il doppio.
HAMSIK – Era partito a razzo in campionato, sembrava si trovasse a meraviglia con i nuovi arrivati, poi un malaugurato infortunio ha praticamente impedito a Marek Hamsik di partecipare alla fase finale della Champions League ed a buona parte del campionato. Ed in questo frangente è stato ben sostituito da Goran Pandev che ha messo a segno sei reti risolvendo gare importanti come quella in casa del Genoa.
Ma delle qualità di Marek Hamsik nessuno aveva mai dubitato. Tantomeno Benitez che l’avrebbe voluto portare in Premier League qualche anno fa. Si trattava solo di recuperare sul piano fisico il gioiello dell’argenteria di casa De Laurentiis e poi calarlo gradatamente nello scacchiere tattico. Hamsik era passato dal ruolo di incursore, a quello di centrale in un tridente alle spalle di Higuain. Cambiavano i movimenti, non c’erano più gli spazi sulle corsie esterne dove potersi fiondare, mancavano i sincronismi con gli altri compagni negli spazi stretti. Ma il nazionale slovacco, oltre ad essere un calciatore dalle indubbie capacità tecniche, è anche un ragazzo estremamente intelligente. Gli è bastato poco per capire come muoversi sul fronte offensivo e quando arretrare per dare una mano al centrocampo. Oggi è lui l’altro asso nella manica di Benitez anche se Hamsik deve acquistare più confidenza in zona gol e perfezionare l’intesa con i compagni di reparto. Nelle ultime uscite, ad ogni modo, ha dimostrato di avere i mezzi per esprimersi con personalità ed efficacia anche nel Napoli alla spagnola. E con il Sassuolo è atteso alla riconferma.
MERTENS – Difficoltà iniziali con la lingua, qualche problema con la nuova preparazione atletica, l’avvio di Mertens, uomo gol ed assistman consacrato con la maglia del PSV Eindhoven, non è stato dei migliori con la maglia del Napoli. Ma appena il belga ha cominciato a girare a pieno regime (gol alla Fiorentina), appena ha realizzato le difficoltà del calcio italiano, è esploso come nessuno se lo sarebbe mai aspettato. Un giocatore capace di andare a punzecchiare il portatore di palla avversario, di saltare difensori come birilli, di percorrere in lungo e in largo entrambe le corsie esterne con la stessa disinvoltura.
Tra le sue prestazioni più esaltanti quella al San Paolo con l’Arsenal, quella con l’Inter in cui venne schierato centrale del tridente, l’altra con il Milan e le due di Coppa Italia con la Roma. La rapidità e lo spirito di abnegazione di Dries Mertens hanno consentito al Napoli di acquistare sprint nella fase offensiva e nello stesso tempo equilibrio tra attacco e centrocampo. Un calciatore preziosissimo che qualunque allenatore vorrebbe avere a sua disposizione. Ed ecco che in vista del prosieguo del campionato e dell’imminente Europa League, Mertens potrà recitare un ruolo decisivo con la sua verve e la sua imprevedibilità. Tra l’altro possiede anche carattere e grinta nei contrasti. Ed all’occorrenza potrà avvicendarsi con Insigne che scalpita per dimostrare che non gli è da meno e si è creato uno spirito di emulazione tra i due che potrà solo giovare alle scelte di Benitez.
Fonte: Corriere dello Sport
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