Attacco atomico. Sembra quasi un ideale passaggio di consegne. Da Cané, Sivori e Altafini a Higuain, Callejon e Hamsik. Il Napoli ha qualcosa in comune con quello di quarantotto anni fa, quando in campo c’erano tanti stranieri, esattamente come quello di adesso. E volendo proprio andare ancor più dietro nel tempo, bisogna risalire alla stagione 31-32 quando gli azzurri, guidati da Garbutt e con Vojak bomber scatenato (5 gol nelle due gare d’esordio) per trovare un Napoli così travolgente in attacco. Il Napoli di oggi ha segnato sette gol nelle prime due giornate di campionato: un’abbondanza che non è facile trovare negli archivi azzurra. Finora era successo solamente due volte: la prima nella stagione 1931-32 e l’ultima nel 1965-66 quando Omar, Josè e Jarbas erano i trascinatori di quella squadra. Come adesso Gonzalo, José Maria e Marek.
L’anno scorso gli azzurri, con Mazzarri, sono arrivati secondi in campionato, segnando 73 gol: quel Napoli non è stato solo il miglior attacco della serie A (uno in più della Fiorentina e della Roma e due in più della Juventus campione d’Italia) ma soprattutto il miglior Napoli della storia. In pratica, mai prima dello scorso anno erano stati realizzati tutti questi gol nei campionati a 20 squadre. «Ne serviranno almeno altrettanti per poter puntare in alto», ha detto Rafa Benitez a Nyon qualche giorno fa esaltando ed esaltandosi per la proficuità del reparto offensivo dei partenopei in queste prime due giornate.
Ci sono dei conti che rischiano di non tornare. Ma che, invece tornano. Il primo Napoli del dopo-Cavani segna più di quello del Matador. Sembra un paradosso: Edi, lo scorso anno, si è preso sulle spalle tutto l’attacco perché i compagni di reparto (Hamisk a parte), per svariati motivi, non sono riusciti a lasciare il segno. 29 gol in campionato sono stati una cifra-mostro che però non è bastata a vincere lo scudetto. Tutti primati personali, in fondo, senza vittorie di squadra finiscono in soffitta e non nella bacheca del salotto.
Il nuovo Napoli, pur mostrando luci e qualche ombra (in difesa), è vero, ha continuato a segnare. Distribuendo il bottino tra Hamsik, Callejon e Higuain. Tre attaccanti. Gli azzurri nelle prime due giornate hanno realizzato 7 gol, due in più rispetto alla stessa giornata del 2012-13. Insomma, si sono già portati avanti rispetto ai Mazzarri-boys. Numeri impressionanti e anche di buon auspicio: nell’anno del primo scudetto, l’attacco azzurro segnò appena due gol (1-0 a Brescia e 1-1 al San Paolo con l’Udinese). Così come quello del secondo titolo italiano, nella stagione 1989/90 (1-0 ad Ascoli e 1-0 in casa con l’Udinese).
Higuain è felice per la sua avventura a Napoli. Non fa nulla per nasconderlo. Ieri lo ha raccontato ai tifosi durante una iniziativa di merchandising al Centro Campania. «Sono certo che sia con l’Atalanta che con il Borussia in Champions avremo un San Paolo stracolmo, con il sostegno dei tifosi azzurri possiamo arrivare lontano». Il Pipita spiega: «Da quando sono al Napoli sento quotidianamente il calore dei napoletani ed è tutto molto bello e coinvolgente».
Fonte: Il Mattino
La Redazione
L.C.
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