TORINO – C’è poco da ridere ed allora meglio mettersi a cinguettare un po’, mentre fuori allo «Juventus Stadium» è notte fonda e dentro Higuain c’è un fuoco che cova sotto quel 3-0. «Prima convalida un gol in fuorigioco e poi mi fischia fallo quando era rigore…ahahahahaha». Ahi, ahi, ahi: perché il dolore è percepibile e la smania di raccontarlo, poco dopo la mezzanotte, è incontrollabile: e allora, avanti Twitter, così per gioco ed anche per sfogarsi un po’, ripensando al primo minuto d’una partita scioccante e a quel che segue, con la Juventus che dilaga ed il Napoli che scompare.
L’IRA – Ma ormai è andata e non c’è altro da fare che rimettersi a correre incontro al campionato, aspettare che si ricominci, sfidare il Parma poi lanciarsi in Champions, con la prova della verità di Dortmund ed una qualificazione che va afferrata per ridare entusiasmo a se stesso, a quell’Higuain che non riesce a farsene una ragione, eppure ne ha giocate, e che digita la prima frase che gli passa per la testa e che poi resta lì a riguardarsi un’ora e mezza complicata ma davvero, con poco Napoli e la rabbia che in qualche punto dev’esser pur scaricata. E allora, la tecnoclogica moderna consente di schivare l’onda lunga di domande e di farsi stuzzicare laddove il dente duole: centoquaranta caratteri sono sufficienti per racchiudere la propria, personalissima opinione ed è un giudizio chiaramente secco e che non ammette repliche: «Prima convalida un gol in fuorigioco e poi mi fischia fallo quando era rigore… ahahahahaha».
CONTROREAZIONE – Non è il momento del ping pong, né di farsi risucchiare in una sorta di dibattito sulla consistenza di ventuno centimetri, sulla forza d’uno strattone, sul destino di una partita nella quale il napoli ci ha messo poco del suo: ma quando neanche la doccia è riuscita a portarsi via il veleno che rimane nelle corde d’uno spogliatoio, a rappresentarlo è Higuain con quel poco che dice che però vale tantissimo. Quando Juventus-Napoli è finita da una settantina di minuti e s’aspetta che qualcuno esca, che dica poche ma succose frasi, l’unica concessione è nella voglia matta di strozzare la propria delusione e di fingere che debba semplicemente passare: dunque, silenzio stampa o semplicemente silenzio serale, occasionale; o anche: bocche cucite ma dita che smanettano su qualcosa di tecnologicamente avanzato che però stavolta non è una moviola ma Higuain, che senza svicolare, senza dribblare, si appoggia ai due episodi ritenuti centrali d’un match che il napoli ha cominciato a giocare troppo tardi.
SILENZIO – Il resto è un vuoto nel quale il Napoli decide di restare, non avendo nulla da aggiungere, non volendo nient’altro sommare a quell’Higuain che manifesta il disagio però collettivo: e allora, si procede, si va verso Caselle, si aspetta l’aereo, si contano i giorni che separano dal Parma. Arriverà al san Paolo tra dodici giorni e precederà di tre il Borussia Dortmund, concentrerà la prima reazione a caldo, in campo, per togliersi quel che resta della malinconia (la chiamiamo così) scatenata dal 3-0 e dovrà servire per poi caricarsi a dovere per la Champions per guadagnarsi la qualificazione. Ma Juventus-Napoli 3-0 non può passare inosservata e certo non vuole che ciò accada Higuain: vabbé, niente dichiarazioni ufficiali, ma forse era distratto o probabilmente sè inoltrato nel mondo virtuale ma dare una propria lettura reale sull’accaduto proprio mentre l’ufficio stampa comunicava la decisione. Ormai la riflessione postuma era già partita, in giro per il mondo: «Prima convalida un gol in fuorigioco e poi mi fischia fallo quando era rigore….ahahahahaha». Un poco di pipita nella coda.
Fonte: Corriere dello sport
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