NAPOLI – Se nel corso di un’intervista Valon Behrami ha tenuto spontaneamente a precisare che Gonzalo Higuain “ è un grande campione “, tra l‘altro, aggiunge “ fondamentale per la squadra “, e soprattutto che non deve “ avvertire il peso delle responsabilità “ e che anzi deve “ sapere di essere importante per il Napoli “, un motivo ci sarà. Mai certe parole vengono dette a caso.
E il sospetto diventa quasi certezza considerando che lo svizzero, uno dei veri leader del gruppo, non parla mai tanto per. E allora, dale Pipita. Animo e coraggio: il gol manca da un po‘, facciamo anche un bel po‘ in campionato, però tutto sommato la condizione fisica è cresciuta e le motivazioni non possono che essere alle stelle, dopo tre sconfitte messe in fila in altrettante esibizioni. E d‘accordo il discorso delle pressioni, però è gente come lui, come Gonzalo, a dover trascinare il Napoli. Già oggi con la Lazio: cercansi vittoria, punti e gol. Temporaneamente smarriti.
TERNO (A) SECCO – Comincia la caccia grossa. E anche con un certo affanno. Higuain non segna in assoluto da 26 giorni oggi, e per la precisione dalla sfida di Champions vinta il 6 novembre al San Paolo con l’Olympique Marsiglia: due gol, per lui, tra l’altro fondamentali, decisivi per ribaltare la situazione e poi firmare la terza vittoria europea dell’anno. E ancora: i giorni senza gol in campionato sono 36, calcolando che le ultime corse sotto la curva sono datate 27 ottobre e riguardano i due calci di rigore infilati nella porta del Torino, ancora a Fuorigrotta. Per finire, sono 71 giorni che non riesce ad andare a segno su azione in campionato. Ricapitolando: 26, 36, 71. Il terno (a) secco del Pipita.
LA COINCIDENZA – Che sia giunto il momento di azzerare numeri e statistiche e di riprendere a marciare spediti e vincenti, insomma, è fuori discussione. Anche perché, se è vero che Rafa ha sempre impostato il Napoli sul collettivo, e dunque su una vera e propria girandola di gol, lo è altrettanto che fino a quando Higuain ha spaccato difese e porte la storia è stata decisamente più facile. Per tutti. Tra l’altro, il suo digiuno è coinciso anche con il calo di Callejon, fisiologico per quanto ha prodotto finora; con l’intermittenza di Insigne, Mertens e Pandev; con il declino e l’infortunio di Hamsik.
Un insieme di concause che, ovviamente, ha finito per porre maggiormente l’accento sull’astinenza da gol di Higuain. Il centravanti. Soprattutto nelle partite decisive (tipo Borussia) o molto importanti (tipo Juve).
LA CONDIZIONE – Nonostante tutto, un dato positivo c’è: la condizione fisica è cresciuta. Sì, in certi casi è meglio vedere il bicchiere mezzo pieno: a Dortmund, e prima ancora con il Parma e la Juve, Gonzalo è rimasto in campo fino all’ultimo istante. Sempre e comunque. Fino alla fine, novanta e più minuti e senza mai fermarsi: corsa, intensità, generosità. E ciò significa che da un punto di vista atletico è tornato a essere competitivo: un bel passo avanti, nella caccia al gol. Probabilmente gli manca un pizzico di serenità, se il mai casuale Behrami ha precisato certi concetti, ma almeno la gamba è tornata leggera e soprattutto solida.
OLIMPICO AMICO – Bene, insomma, non resta che rimettersi in gioco per benino all’Olimpico: per la squadra, perché è davvero venuto il momento di tornare a collezionare punti che supportino le ambizioni, e per se stesso. Tra l’altro, se è vero che con la Roma in campionato non ha lasciato il segno, ad agosto con la Seleccion lasciò tracce importanti su quel prato. Amichevole Italia-Argentina: 2-1, con reti di Higuain e Banega per l’Albiceleste e gioiello di Insigne per gli azzurri di Prandelli. Amico Olimpico, pensaci anche tu. In certi momenti va bene di tutto. Anche giocare con la scaramanzia. Dale Pipita.
Fonte: Corriere dello Sport
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