«Ora la Croazia», titola così in prima pagina O’ Globo. C’è la foto di Fred, protagonista della vittoria sulla Serbia ma viene sottolineata l’importanza dell’unione del gruppo verdeoro per arrivare fino in fondo al Mondiale. E il «napoletano» Henrique in questo senso è un elemento fondamentale nel Brasile di Scolari. Lui, il convocato numero 23 di Felipao, l’ultimo della serie, quello che nella Seleçao ha più entusiasmo di tutti. Già,perché il difensore azzurro sta vivendo un sogno:in panchina venerdì al «Morumbi» di San Paolo con la Serbia, dopo quei venti minuti giocati contro Panama l’ingresso in campo con la maglia numero 15 al posto di Luiz e il palo colpito di testa nel finale. Un jolly prezioso, soprattutto un compagno ideale che fa il tifo per gli altri, scherza con tutti nella Selecao e tira su tutto l’ambiente. «La mia famiglia è stata fondamentale, soprattutto mio padre. Ricordo quando tornava stanco da lavoro e giocava con me a calcio per farmi felice. Ho creduto molto nella convocazione in Nazionale e per l’attesa non sono riuscito a dormire per molte notti», ha dichiarato il brasiliano a Globo Esporte nei primi giorni di ritiro con il Brasile. La notizia della convocazione l’apprese in tv: era a Napoli, a maggio per le ultime partite della stagione in maglia azzurra. «Per qualsiasi giocatore il Mondiale è un sogno, farlo col Brasile in Brasile è stupendo…», disse a caldo. Per certi versi la sua storia è simile a quella di Insigne, anche lui convocato dell’ultima ora di Prandelli, il 23esimo della lista azzurra pronto a scavalcare posizioni sul campo: tutti e due sono mossi da una spinta in più, le loro motivazioni sono a mille, come la loro voglia di arrivare. Dopo l’ultimo match di campionato contro il Verona, si sono abbracciati e caricati. Henrique farà di tutto per scalare posti nelle gerarchie di Scolari ma ha bisogno anche solo di pochi minuti in campo per essere felice. Per il difensore brasiliano fare parte del gruppo di Felipao rappresenta un traguardo straordinario, conquistato in virtù dei quattro mesi super disputati a Napoli. Già, l’arrivo in maglia azzurra è stato decisivo: entrato subito in sintonia con il gruppo, un jolly preziosissimo per Benitez, capace di ricoprire con successo più ruoli, da centrale difensivo a laterale di fascia e anche un gol da bomber vero, alla Van Basten, quello realizzato a Catania. Nella Selecao il suo compito è quello di centrale difensivo, rappresenta una delle alternative a Thiago Silva, David Luiz e Dante, tre giganti e assoluti protagonisti nell’ultima Champions League rispettivamente con Psg, Chelsea e Bayern Monaco. Ma Henrique ci mette entusiasmo, voglia, umiltà, applicazione. Doti che non stanno passando inosservate a Scolari fin dal primo giorno di ritiro della Selecao nel quartier generale, lo sterminato Granja Comary a Teresopolis, una zona montagnosa dello Stato di Rio de Janeiro. Il centro sportivo di allenamento del Brasile ha 5 campi di allenamento, albergo, palestre e piscine e dista novanta chilometri, più o meno un’ora mezzo da Rio. Qui dove Henrique sogna di poterci arrivare in finale al «Maracana» per alzare al cielo la coppa del Mondo.
Fonte: Il Mattino
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