NAPOLI – Dalla Torino granata alla cavalcata verso un’altra Torino: quella di una grande notte europea. Bene, allora: stanchi ma felici. E subito obbligatoriamente in campo, perché domani è già Europa League: arriva il Porto e sarà dentro o fuori, mica una partita qualsiasi. Non c’è replica e non esistono seconde chance: vietato sbagliare. Non è un banale slogan a effetto, bensì la pura verità di una strada internazionale che il Napoli vuole continuare a percorrere per poi tornare alla base. In Italia: road to Torino. Un obiettivo chiamato finale.
IL CARATTERE- E allora, programmi a parte, c’è il ritorno degli ottavi da giocare. C’è una sconfitta da ribaltare e una missione tutto sommato mica proibitiva: si parte dell’1-0 incassato in Portogallo una settimana fa; si parte dal gol di Jackson Martinez e da una prestazione in chiaroscuro (più scuro, per la verità). Servirà un altro Napoli, questo è certo, però a dirla tutta, nonostante la vittoria e un altro paio di situazioni da allarme rosso, il Porto non è parso un avversario irresistibile. Il successo in campionato con il Toro di Ventura, acciuffato lunedì davvero per i capelli (di Higuain), ha messo in evidenza due cose: è vero che gli azzurri non stanno vivendo un momento brillante, ma lo è altrettanto che non mollano mai. Ed è questo lo spirito migliore per far vibrare e poi esplodere il San Paolo e i suoi fedeli.
ALL’ATTACCO- Motivazioni e implicazioni ambientali a parte, stuzzicate un istante dopo la sconfitta di Oporto da Rafa stesso con un’opportuna chiamata a raccolta del popolo azzurro, c’è una formazione che il tecnico ha cominciato a ipotizzare sin da ieri mattina, nel corso della seduta di scarico post campionato andata in scena a Castel Volturno, secondo le necessità (Zuniga ancora a mezzo servizio e Maggio out) e i dettami dell’Europa. Cioè, secondo i nomi di una lista che non contempla Mesto e Jorginho: ecco, al posto del brasiliano, stando alle prime valutazioni, dovrebbe toccare a Behrami comporre la coppia mediana con Inler. Un mediano di rottura puro e un altro più regista: perché, a differenza dell’andata, domani più che mai toccherà al Napoli fare la partita e costruire il ribaltone.
L’IDEA- Dal centrocampo, in giù. E dunque la difesa: davanti a Reina, oltre ad Albiol e Fernandez, che dopo un paio di turni di riposo europei, considerando uno splendido stato di forma, dovrebbe blindare l’area insieme con il collega spagnolo anche con il Porto, potrebbero agire Ghoulam a sinistra ed Henrique a destra. Sì, è questa la tentazione, anzi la soluzione alternativa della fascia destra a Reveillere che Rafa sta carezzando dopo l’infortunio di Maggio. Uno stralcio di prova è andato in scena proprio a Torino con i granata: fuori il francese e dentro il brasiliano. Ipotesi. Forse preludio.
LA CANDIDATURA- Qualche dubbio anche sulla trequarti, come di consueto tra l’altro: se Higuain è più che mai un perno insostituibile, alle sue spalle l’alternanza è una costante. Scenario: questa volta, considerando una maratona lunghissima ed estenuante fatta di 39 partite stagionali, di cui le ultime sette consecutive, Callejon potrebbe anche partire dalla panchina. Potrebbe, sì, perché non tira il fiato dal 16 febbraio – per scontare la squalifica con il Sassuolo – e soprattutto perché, per la quantità di chilometri macinati e di lavoro accumulato avanti e indietro, in lungo e in largo, nelle ultime uscite è parso affaticato. Parallelamente si scalda Insigne, in panchina a Torino a affamato di campo. Con lui, Hamsik e Mertens.
Fonte: Corriere dello Sport
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