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Henrique: ”Ero indeciso se accettare il Napoli. Camorra? Sto benissimo ed i tifosi sono meravigliosi”

Chiamo il numero brasiliano del cellulare di Henrique all’ora che avevamo prefissato, ma invece di ascoltare il classico “bip bip”, ascolto l’inno del Palmeiras… Allora mi sa che sto chiamando il numero giusto! “Ciao Henrique, sono Andrea Chiavacci. Sì, quello che per primo ha dato la notizia che era ormai fatta fra il Palmeiras e il Napoli per la tua cessione. Questo giorno me lo ricordo bene perché mi sono preso le peggiori offese dai tifosi del Palmeiras che non credevano alla notizia, mentre dall’altra parte, i tifosi del Napoli erano in apprensione perché non erano sicuri che tu fossi il giocatore giusto per migliorare il reparto difensivo”. 

Tu come l’hai vissuta questa fase fino all’annuncio ufficiale?
È stato un momento difficile. Così vicino all’inizio di Brasile 2014 non mi passava per la mente di cambiare squadra, meno ancora di paese. Volevo giocarmi la possibilità di difendere la nazionale stando qui a San Paolo. La prospettiva di Napoli era un cambiamento radicale rispetto ai miei piani: andare a vivere e a giocare in un Paese che non conoscevo. La scelta era difficile ma alla fine è andato tutto bene, mi sembra”

E’ stato il Palmeiras che ti ha chiesto di accettare per poter monetizzare o sei stato tu che hai chiesto alla società di non ostacolare il tuo sogno di tornare a giocare in Europa?
“Bella domanda… Io ho sempre detto che non volevo andarmene dal Palmeiras. Dopo tanti anni, stavo benissimo là. E poi quest’anno è l’anno del centenario della fondazione della società . Lo scorso anno, nonostante la serie B, ho deciso de rimanere, non avevo motivi per andarmene quest’anno che siamo ritornati a vedere la luce del sole. Poi però sono successe alcune cose, e soprattutto è arrivata l’offerta concreta del Napoli, una big del campionato italiano. Ma è stata una scelta difficile. Accettare la proposta sembrava davvero un salto nel buio. Comunque ha influito molto anche la disponibilità totale del Palmeiras nel cedermi, tanto che quando ho saputo della trattativa, in realtà i giochi erano ormai fatti”.

Mentre squillava il telefono, ascoltavo l’inno del Palmeiras. Sei ancora così legato al Palestra Italia?
“Il mio legame con il Palmeiras è fortissimo. A parte il Coritiba, calcisticamente sono cresciuto lì. I tifosi mi hanno sempre aiutato ed io faccio il tifo per questa maglia, non lo posso negare”.

Tu sei a San Paolo in questi giorni in attesa di presentarti da Felipão. Hai incontrato qualche tifoso del Palmeiras? Qualcuno ti ha detto di essersi sentito tradito?
“Tutti sono sempre molto carini con me. Abbiamo passato momenti allegri come la vittoria della Copa do Brasil e meno felici come la retrocessione. Non ho assolutamente percepito nessun sentimento ostile. I tifosi sanno bene quanto mi sono dedicato a questa maglia, e tutti sanno che io non ho tradito anche perché poi la decisione è stata del presidente Paulo Nobre. Dentro la società c’erano molte situazioni in ballo, per cui alla fine era inevitabile che io fossi ceduto”.

Quando la tua cessione al Napoli è diventata ufficiale, molti colleghi dall’Italia mi hanno chiamato per chiedermi notizie su di te. Percepivo chiaramente una certa preoccupazione e diffidenza. Anche tu l’hai percepita arrivando a Napoli?
“Guarda, senza mezze parole: prima di partire ero in panico, ma arrivando là, mi sono subito reso conto che Napoli non è molto differente dal Brasile, e con l’aiuto della società, dei colleghi brasiliani e dei tifosi, in due settimane ero già completamente adattato alla nuova realtà”.

È di questi gironi la polemica che ha coinvolto il presidente del San Paolo Aidar, che ha dichiarato che non avrebbe venduto Ganso al Napoli nemmeno per tutti i soldi della camorra. Il Napoli ha risposto dicendo che valuterà azioni legali per ritenere questa frase infamante.
“Non conosco i dettagli di questa polemica. Ma se il San Paolo non vuole vendere è un diritto suo farlo, ma non so assolutamente con quali termini si sia espresso Aidar”.

Henrique, in poche parole ha fatto una chiara allusione al fatto che il Napoli possa essere colluso con la camorra. Allora ti chiedo senza mezzi termini: quando tu hai saputo della trattativa, ti sei preoccupato se il club potesse avere qualcosa a che vedere con la camorra?
“Assolutamente no. Questo non esiste. Vivo benissimo a Napoli. Io così come la mia famiglia viviamo tranquilli e senza nessuna paura, coccolati sempre dai tifosi”.

Parliamo di calcio giocato. In tre mesi al Napoli sei stato impiegato come mediano, centrale e laterale. Ti trovi meglio in che posizione?
“Gioco dove il mister mi chiede di giocare e dove possa aiutare la squadra. Ho giocato come laterale perché chi il titolare di quella posizione non stava bene fisicamente. Il Mister mi chiese se avevo già giocato a destra. Io gli risposi di si ma solo tre volte e 5 anni fa. Lui ha voluto correre il rischio lo stesso e alla fine mi sono trovato molto bene, anche perché non faccio il vero laterale ma molto spesso il terzo difensore, potendo ripartire palla al piede, cosa che a me piace molto”.

Parliamo anche di Seleção: abbiamo qui un video che un amico di Jorginho ha filmato mentre tu assistevi in tv Felipão che leggeva i convocati. Sembri davvero molto nervoso in quelle immagini…
“Guarda, io ci speravo nella chiamata, ma ero davvero ansioso, sono stato due settimane senza dormire. Avevo concorrenti come Miranda, Dedé e Marquinhos, e quindi sapevo che non sarebbe stato facile”.

In fondo Benitez ti ha aiutato; facendoti giocare in tanti ruoli diversi ha fatto vedere a Scolari che sei molto versatile.
“Quando Felipão allenava il Palmeiras è stato lui che mi ha fatto giocare per la prima volta come centrocampista davanti alla difesa. Adesso avrà scoperto che sono bravo anche come laterale…”.

In questo Brasile ti senti titolare, riserva o jolly pronto a coprire più funzioni?
“Tutti noi siamo concentrarti e abbiamo come unico obiettivo portare a casa la vittoria, nessuno è titolare e nessuno è riserva, siamo un gruppo, non 23 individualità”.

T’immagini una finale Brasile contro Argentina, in pieno Maracana, dovendo marcare Higuain o affondare un tackle con Fernandez?
“Mi dispiace ma in quel momento, se ci arriveremo, non ci saranno amici dall’altra parte. Dopo magari si va là e si consola, ma qui, giocando in casa nostra, non ci saranno amici”.

Abbiamo qui alcune foto scattate dalla terrazza della tua casa in occasione del “churrasco” fatto per commemorare la tua convocazione. Si vede un panorama bellissimo.
“Napoli è davvero bella. Ha tutto quello che di bello ha il Brasile: mare, persone accoglienti e soprattutto il cibo. Mamma mia come si mangia bene qui!”.

Henrique, l’ultima domanda , è forse la più importante: chi vive a San Paolo dice che la pizza di qui è meglio che quella italiana. Tu che vivi nella città dove la pizza è stata inventata, devi dirmi se questa affermazione è minimamente credibile.
“Tutte e due sono buonissime!”.

Henrique, almeno qui non mi dare una risposta politica, sbilanciati!
“Il modo di fare la pizza qui e là è molto differente, ma sono entrambe buone. E smetti di insistere che tanto non te lo dico che una è meglio dell’altra perché se no rischio davvero le botte!”.

Grazie Henrique, in bocca al lupo per la Coppa. In fondo faremo il tifo per lo stesso colore: Azzurro.
“Per un paio di mesi io sarò solo verde oro! In bocca al lupo anche a voi comunque”.

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I Am Naples Testata Giornalistica - aut. Tribunale di Napoli n. 33 del 30/03/2011 Editore: Francesco Cortese - Andrea Bozzo Direttore responsabile: Ciro Troise © 2021 IamNaples
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