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Henrique: ”Adoro Napoli, mi sono sentito subito importante. Il mio futuro…”

"Napoli è un posto meraviglioso con una cultura spettacolare, mi sembra di stare qui da anni"

Il difensore Henrique, acquistato dal Napoli in gennaio, si è messo in mostra con la maglia azzurra sin dal suo arrivo ad inizio anno. Per i brasiliani il giocatore ha tutti i numeri per poter diventare un idolo dei tifosi napoletani. Henrique è stato raggiunto dai microfoni di calcionews24.com e, tra le altre cose, ha parlato di Napoli e calcio italiano, ha poi elogiato la sua partecipazione al recente Mondiale, pensando già al prossimo. Henrique è stato acquistato dal Napoli nel gennaio 2014 per circa 4 milioni di euro, il brasiliano giocava nel Palmeiras, squadra in cui si trovava da un po’ di tempo

Ciao Henrique, come analizzi la tua partecipazione al Mondiale? Soprattutto alla luce del tuo impegno con il Palmeiras nella Serie B brasiliana, che ti ha portato poi alla convocazione.

«Sì, sono stato convocato anche per quello, soprattutto per le mie prestazioni prima di arrivare nel Napoli, al Palmeiras, e poi grazie all’eccellente adattamento e all’aiuto che ho dato al mio nuovo club. Ringrazio Scolari per la fiducia che ha avuto in me, come atleta e come essere umano. Indipendentemente da come è andata, soltanto il fatto di essere stato convocato e di poter partecipare alla più importante competizione sportiva al mondo, è stata una vittoria personale, oltre che professionale, senza misura. Volevo e sapevo che avrei potuto contribuire ad un finale più felice della nostra avventura brasiliana, ma nonostante questa mia convinzione, rispetto da professionista le gerarchie e il lavoro del gruppo. Capisco l’importanza di valorizzare l’impegno e la dedizione di tutti, anche se non si raggiunge l’obiettivo prefissato. La questione fondamentale è: non si è vinto? Va bene, si valuta come è andata e si ri-organizza tutto da capo. Si lavoverà di più e meglio, ci si proverà ancora e la prossima volta, magari, saremo più determinati e preparati. Cambiare va bene, arrendersi mai. In tutta l’esperienza di cui ho avuto l’onore di far parte quest’anno, mi rimane come ricordo la presenza dei miei due figli allo stadio, era il loro primo Mondiale: quando hanno visto il risultato Brasile 1 – Germania 7, hanno pianto un sacco, ma con la loro giovane saggezza si sono voltati verso mia moglie e le hanno detto “Mamma, dobbiamo farne 8 per andare in finale, vero?” (ride, ndr). Forza Brasile, fra quattro anni avremo una nuova chance».

Hai un contratto quadriennale col Napoli, ma sai che in Brasile i tifosi di Palmeiras e Coritiba tifano per un tuo ritorno. Hai già pensato al finale della tua carriera? Pensi di terminare in una delle squadre che ti hanno lanciato nel calcio brasiliano?

«Ho già dei progetti per il futuro, sì. Ma ci sono delle cose che magari succedono e non fanno parte delle tue previsioni, penso che anche questo sia un motivo per imparare cose nuove e con persone diverse, un modo per uscire dalla tua zona di comfort e non rassegnarti a situazioni privilegiate o meno. Ovunque vada, a me piace identificarmi con la squadra, creo legami con tutte le persone e i posti dove vado. Tutti sanno per quale squadra tifo, per questo è ovvio che mi piacerebbe concludere la mia carriera al Palmeiras. Anche il Coritiba è un club molto speciale per me, è la squadra che mi ha cresciuto, il mio club d’infanzia. Io e la mia famiglia abbiamo anche ottimi ricordi della Germania e della Spagna, e continuiamo a provare affetto per Bayer Leverkusen e Racing Santander: i miei figli non indossano semplicemente le maglie delle squadre del proprio padre, ci si identificano, sono orgogliosi di vestirle e tifano ancora oggi per quelle squadre».

Quindi ti piacerebbe tornare in Brasile o vorresti continuare la tua carriera in Europa? Che progetti hai?

«Andare in un’altra squadra europea penso che sarà difficile, però come detto prima non si può pianificare la propria carriera nei minimi dettagli, il calciomercato è in continuo movimento, ma adesso sono a Napoli e mi godo il momento, approfittando al massimo di questa opportunità. L’adattamento in questa squadra è stato molto veloce e facilitato dalla maniera meravigliosa e rispettosa in cui sono stato trattato sin da quando sono arrivato. E’ da poco che io e la mia famiglia ci siamo sistemati, ci siamo adattati subito benissimo, siamo felici di vivere in questo posto meraviglioso con una cultura spettacolare, tifando tutti Napoli. Mi sembra di giocare qui da anni. La nuova scuola è piaciuta ai miei figli, stanno imparando facilmente l’italiano, io e mia moglie siamo felici della qualità dell’insegnamento e delle infrastrutture superiori che abbiamo trovato qui. La qualità della vita è un altro fattore importante per la nostra permanenza in Europa per tanto tempo».

Appena arrivato a Napoli hai vinto la Coppa Italia e ti sei guadagnato la fiducia del tuo nuovo club. Come va l’inizio di questa stagione?

«E’ stato troppo bello arrivare, adattarmi subito, giocare, poter mostrare le mie qualità ed adirittura aiutare il Napoli a posizionarsi terzo in Serie A. In questo inizio di stagione gli allenamenti sono stati abbastanza intensi e questo è un bene, perchè tutto il gruppo così può mantenere un certo ritmo. Anche perchè, non dimentichiamolo, ben dodici calciatori della nostra rosa sono stati al Mondiale ed ognuno di noi è tornato in ritiro in date diverse. E’ importante lavorare molto per raggiungere e mantenere un certo livello fisico e tecnico, lasciando la squadra ai primi posti in classifica».

Anche lontano dal Brasile stai seguendo il campionato brasiliano e le gesta di Coritiba e Palmeiras per non retrocedere dalla massima serie? Cosa pensi del Bom Senso FC (un movimento creato dai più importanti giocatori brasiliani nel 2013 per imporre condizioni migliori nel calcio a tutti i livelli)?

«Qui a casa mia guardiamo appena possibile le partite del campionato brasiliano. Tifo ovviamente tutte le mie ex squadre e per i miei ex compagni, mi fa male quando incontrano delle difficoltà. Credo che sia Palmeiras che Coritiba troveranno i punti necessari per salire in classifica ed allontanarsi dalla zona retrocessione. Quello che desidero è che si preparino al meglio per migliorare ancora di più nei prossimi anni, che creino una strategia vincente ed efficace, che investano di più e in modo intelligente. La verità è che il calcio brasiliano ha bisogno di essere ancora di più “professionalizzato”, le persone che lavorano in questo settore devono essere più capaci, devono capirne di affari e di calcio. Le cattive gestioni stanno facendo perdere di importanza i grossi club, quelli con un’antica tradizione ed una certa celebrità nel calcio mondiale: tutto questo è triste, ma può essere aggiustato. Trovo eccellente l’iniziativa del Bom Senso FC, ci sono varie idee importanti per migliorare il calcio brasiliano: sono idee dei calciatori che servono per migliorare le condizioni di lavoro di altri calciatori, di qualsiasi categoria. Si tratta di professionisti stimati, allenati, capaci, rispettati e consapevoli dei propri doveri e dei propri diritti garantiti, sarebbero di aiuto a qualsiasi affare di successo, non vedo perchè dovrebbe essere diversamente nel calcio».

Fonbte: CalcioNews24.com

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