La richiesta è arrivata sul tavolo del procuratore della Repubblica di Como in settimana. Mittente è la Procura federale della Figc che ha aperto un fascicolo per fare luce sulla proprietà del Verona Calcio che i risultati di un’inchiesta penale riconducono a Gabriele Volpi. Così il presidente dello Spezia Calcio rischia di dover combattere una battaglia anche sul fronte della giustizia sportiva.
Volpi è accusato di autoriciclaggio in un’indagine che la Procura di Como da poco ha chiuso a carico anche di altre 26 persone coinvolte, a vario titolo, in un traffico di contanti, di oro e di preziosi tra l’Italia e la Svizzera. A fianco di spalloni che si occupavano del trasporto, compaiono alcuni imprenditori e professionisti italiani tra cui figura Volpi che, secondo le indagini del pm Mariano Fadda, dirette dal procuratore Nicola Piacente, avrebbe incaricato i trafficanti di recapitargli in Italia ogni mese 250 mila euro in contanti.
Soldi, scrivono i magistrati, che erano «provento di vari delitti» commessi «in Italia e all’estero», come «bancarotta fraudolenta, utilizzo di fatture per operazioni inesistenti nella gestione della società di pallanuoto Pro Recco, corruzione di funzionari del governo della Nigeria». Accreditato di un patrimonio di oltre tre miliardi di euro, Volpi, 74 anni, è uno dei più ricchi italiani residenti all’estero. È in possesso della cittadinanza nigeriana da quando, molti anni fa, lasciò Genova e l’Italia per impegnarsi con successo negli affari oltremare. Le sue società controllano la logistica nei porti principali della Nigeria da dove transita il 90% del greggio del Paese, uno dei principali produttori di petrolio al mondo.
Seppure non abbia un domicilio ufficiale in Italia, tanto che in quasi tre mesi la Procura di Como non è ancora riuscita a notificargli gli atti, i suoi interessi puntano anche al Paese natale. Tra i protagonisti della scalata alla Carige, le sue società sono proprietarie di un «consistente patrimonio immobiliare» e di importanti partecipazioni azionarie, scrive la Gdf. Come la Pro Recco, la storica squadra di pallanuoto ligure di cui personalmente Volpi detiene solo lo 0,1%, mentre l’80% appartiene alla Stichting social sport, «un trust olandese riconducibile anch’esso a Volpi», annotano le Fiamme Gialle. La stessa società è proprietaria del 100% dello Spezia Calcio, che gioca in serie B, e del 70% del Rijeka, squadra di Fiume che milita nella massima divisione del campionato croato. Di entrambe è presidente onorario.
Dagli atti emerge che l’imprenditore avrebbe acquisito anche il Verona Calcio tramite una «manovra scaturita da un credito insoluto che il tycoon avrebbe dovuto incassare da Setti Maurizio, presidente del club sportivo veneto», si legge in una relazione della Gdf che, però, sottolinea che non «esistono atti che testimoniano l’avvenuto avvicendamento» perché il Verona «risulta interamente» di proprietà della società anonima lussemburghese Falco Investments SA. Giampiero Fiorani, l’ex ad della Popolare di Lodi condannato a tre anni per le vicende della Popolare di Lodi e Antonveneta (non indagato nell’indagine comasca), braccio destro del magnate, ha detto che la società veneta non è di Volpi e che la questione del credito, che sembra sia di alcuni milioni di euro, è all’esame del Tribunale di Verona. Ora anche il procuratore federale Giuseppe Pecoraro ha acceso un faro.
Fonte: Corriere della Sera
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