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Handanovic vs De Sanctis: duello tra numeri 1

L'attuale portiere nerazzurro esalta quello azzurro per la sua crescita con la casacca friulana

Un centinaio di metri per guardarsi negli occhi, ma i pensieri e i ricordi di certo non conoscono distanze. Porta a porta (non il talk-show), ecco la distanza fra Morgan De Sanctis e Samir Handanovic in campo, ecco la sfida nella sfida di due numeri uno che sono stati anche compagni di stanza. Pensieri e ricordi che si rinfocolano e che scatteranno in automatico subito prima che tutto inizi. Già dai rispettivi spogliatoi, fino al campo, a quei cento metri che li divideranno stasera. Probabilmente i ricordi e i pensieri d’amicizia, attenueranno un po’ quella distanza. Ma poi, saranno solo avversari.

LA GUIDA – Ai tempi di Udine, una stagione con la stessa maglia (2004/05) e sette anni di differenza: il Pirata prese subito in simpatia il giovane e talentuoso sloveno, facendogli da balia, dividendo la sua stanza, dandogli dritte che, in quei periodi di crescita, possono concorrere a tracciare solide linee professionali. Il tutto in stile “piratesco” , quello che ormai conosciamo bene, quello che per Morgan è sinonimo di serietà, generosità sconfinata. Con tutti, anche con chi vorrebbe rubargli il mestiere. E, l’ormai più che celebrato Samir, di certo spesso ricorda e non può che ringraziare il suo mentore per un anno, tra i più delicati della sua carriera. Perché in quel 2004 il “Batman” di Lubiana (ma il “copyright” resta a Taglialatela), era appena arrivato in Italia dopo due anni al Domzale, a casa sua.

GLI INTRECCI – Tempo fa (ma non tanto) voci dicevano che la coppia di sette anni fa si sarebbe potuta riformare in nerazzurro. Non è un mistero che l’Inter abbia corteggiato De Sanctis che, però, ama il suo Napoli e vorrebbe perpetuarsi, casomai chiudendo la carriera in azzurro. Anzi, rinnovo e prolungamento potrebbero arrivare proprio di qui a poco. Sotto l’albero di Natale, come si usa, dopo una bella letterina “telepatica” al presidente. E’ quello che vorrebbe il nazionale di Guardagriele, ormai tra le bandiere del Napoli. Al momento insostituibile in campo, ma anche nello spogliatoio. Trentasei anni a marzo prossimo, ma con l’entusiasmo e i riflessi di un ragazzino. Certo, si sono incontrati anche quando Samir tornò in bianconero (2007/12, dopo Treviso, Lazio e Rimini), ma quella di stasera, si sa, è un’occasione speciale. Di quelle che non capitano facilmente.

LA FILOSOFIA – «Piedi ben saldi a terra, e il cuore sempre oltre l’ostacolo». Così rispose una volta Morgan a chi gli domandò: “cosa scriveresti dietro la maglia, sotto al tuo numero?” . Oltre ai piedi il portierone ha anche, e sempre avuto, pensieri e desideri ben saldi. Da quando ad otto anni iniziò a giocare in porta, per “esclusione” , al “Torneo Scarabocchio” , nel suo paese, alle giovanili del Pescara, sino alle avventure estere in Spagna col Siviglia e Turchia col Galatasaray. Ampliando di continuo i suoi orizzonti: «Tanto tempo fa non ci tenevo a giocare fuori dalla porta, oggi penso che a volte mi piacerebbe non essere portiere per dare una mano, anzi un piede, ai miei compagni in attacco» . Ecco il vero spirito di squadra, in stile De Sanctis.

I NUMERI – Morgan l’altruista va a tutta manetta anche nella stagione in corso. Sempre presente in campionato (largo invece a Rosati in Europa) in quindici uscite ha incassato solo dodici gol (seconda difesa dopo la Juve) con il dato un po’ in controtendenza di averne prese solo cinque lontano dal San Paolo. Nella carriera, tra i “prof” , ammontano a 520 le presenze, di cui 153 in maglia azzurra. Mentre il più giovane collega ed ex compagno, nonché para-rigori (14 su 37 in Italia, e 5 su 7 nella stagione scorsa) non ha fatto l’en plein con i nerazzurri (13 presenze e 13 reti subite su 16) poiché infortunato al ginocchio subito dopo il debutto estivo in Euroleague, contro l’Hajduk. Faccia a faccia stasera, ma da lontano. E, per scaldarsi al gelo di San Siro, dopo i bei ricordi, non resta che parare.

Fonte: Corriere dello Sport

La Redazione

A.S.

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